Tagliati fuori dalle loro case, numerosi sfollati cercano di rientrare nelle abitazioni per recuperare medicine, oggetti essenziali e altri elementi utili che, nella fuga improvvisa, sono rimasti dentro. Transenne e un cordone di forze dell'ordine, però, impediscono l'accesso nella zona ancora sotto pericolo, sotto il moncone del viadotto Morandi.
"Io abito qui dal '72 - ha spiegato una delle signore sfollate ai nostri microfoni - In zona sapevamo tutti che il ponte era pericolante, forse non lo sapeva chi doveva. Siamo arrivati a questo, a piangere persone che non c'entravano nulla, proprio per chi non ha avuto la forza di andare avanti o ha chiuso gli occhi. Qui la gente è in strada: anziani, bambini, persone che hanno bisogno di cure. Siamo bloccati, dovessimo andare all'ospedale che strada facciamo?". "È stato un caos - ha concluso - ancora non riesco a decifrare quanto è successo".
"Fortunatamente non abbiamo assistito al crollo, eravamo in vacanza - ha raccontato invece un ragazzo tra i residenti nella zona rossa - siamo tornati questa mattina perché abbiamo saputo della possibilità di poter rientrare nelle nostre case per recuperare le cose più importanti, ma siamo stati stoppati dai vigili del fuoco: il responsabile ci ha comunicato che 'Autostrade per l'Italia' si sta organizzando per montare dei sensori in grado di valutare eventuali oscillazioni del ponte. Siamo in attesa che ci diano il benestare per poter rientrare nelle nostre case. Con la mia famiglia abbiamo tre abitazioni in via Porro, tutte e tre dichiarate inagibili. Fortunatamente abbiamo un appoggio nella casa al mare".
Nel frattempo, il numero degli sfollati secondo fonti del governo è salito a 664 unità, per 331 nuclei familiari. Sempre a proposito delle abitazioni a rischio, il vicepremier Salvini ha fatto sapere che "le case sotto il ponte saranno abbattute, l'incombenza di quella parte di ponte è incompatibile con la presenza umana".
I vigili del fuoco entrano nelle case a rischio crollo per prendere medicinali e materiali urgenti, mentre nelle case non a rischio diretto di crollo accompagnano i cittadini a ritirare quanto necessario (palazzi di via Porro, via Fillak e via Della Pietra). Gli sfollati sono costantemente seguiti sia dalla protezione civile che dai vigili del fuoco con un impegno sistematico.
Al centro civico Buranello dove è stato allestito un centro di accoglienza per gli sfollati ci sono 67 brande a disposizione, cibo, acqua e il necessario per poter fare una doccia. Alcuni degli abitanti, soprattutto i più anziani, ancora non erano al corrente della possibilità di essere ospitati. Oltre al centro, già alcuni alberghi e case di riposo hanno dato la loro disponibilità all'ospitalità.
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