Nel video seguente le drammatiche immagini dall'alto di quel che resta dopo il crollo del Ponte Morandi, avvenuto poco prima di mezzogiorno: una veduta impressionante quella del viadotto distrutto.
"Il Viadotto Morandi ha presentato fin da subito diversi aspetti problematici, oltre l'aumento dei costi di costruzione preventivati". Così l'ingegner Antonio Brencich (professore associato di Costruzioni in cemento armato all'Università di Genova) valutava il ponte genovese crollato, in un articolo pubblicato da ingegneri.info il 29 luglio di due anni fa.
Le osservazioni di carattere tecnico dell'ingegnere all'interno dell'articolo facevano riferimento al fatto che il ponte, realizzato nei primi anni '60, fu fin dai decenni seguenti "oggetto di manutenzioni profonde - si legge sempre nell'articolo in questione - con costi continui che fanno prevedere che tra non molti anni i costi di manutenzione supereranno i costi di ricostruzione del ponte: a quel punto - concludeva Brencich - sarà giunto il momento di demolire il ponte e ricostruirlo".
Imponenti lavori di manutenzione interessarono il viadotto (che prende il nome dal suo progettista, Riccardo Morandi) a cavallo della fine degli anni '80 ed i primi anni '90: su tutti la sostituzione dei cavi di sospensione con nuovi cavi affiancati agli stralli originari.
L'opera, lunga 1882 metri e issata tra il 1963 e il 1967 (anno della sua inaugurazione), è conosciuta anche come "Ponte delle Condotte" (dalla società che lo costruì) ma soprattutto come "Ponte di Brooklyn" per via della somiglianza con il celebre ponte americano.
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