E fu sera e fu mattina. Ma al settimo giorno, in questa storia, non va a finire come nella Genesi. Qui non c’è nessun Dio che “benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto”.
Anzi, al porto di Pra’ la domenica molto spesso è l’esatto contrario. La giornata più caotica della settimana. Ne sanno qualcosa i residenti di Palmaro, che stanno proprio di fronte ai moli dove attraccano le navi e che, due giorni fa, hanno vissuto l’ennesima ‘domenica bestiale’: rumori a non finire e smog per tutto il pomeriggio e per tutta la notte. Senza mai un’interruzione. Un’aria già pesante per il gran caldo, resa ancor più irrespirabile.
Così, per l’ennesima volta, il Comitato Palmaro ha raccolto le decine di segnalazioni dei cittadini e si è nuovamente mobilitato. E’ una storia che si ripete, tristemente, sempre con lo stesso copione: la telefonata alla Capitaneria, l’impegno a effettuare verifiche ma, quando si arriva sul posto, ecco l’impossibilità di agire secondo strumenti legislativi concreti e definiti. Così ad aumentare, insieme a fracasso e inquinamento, è anche un infinito senso di frustrazione.
“Sono anni - afferma Roberto Di Somma, presidente del Comitato Palmaro - che respiriamo e subiamo la forzata convivenza con il ‘gigante’ che non dorme mai, il porto. Domenica mattina, sin da subito, sono stato raggiunto da decine di messaggi di residenti: persone che non hanno dormito e che sono sveglie dal primo mattino a segnalare il rumore alla capitaneria di Porto, a fare foto e video, chi addirittura ha chiamato la polizia”.
Ormai è difficile, anche per le organizzazioni di quartiere, nonostante la buonissima volontà, gestire la tensione, coordinare la protesta, provare a ‘incanalare’ lo sconforto. “Anche io - prosegue Di Somma - ho quindi telefonato alla Capitaneria. Ormai qui a Palmaro sappiamo il numero a memoria… Una persona molto gentile mi ha risposto che il nostromo era già stato avvisato e che stava facendo le verifiche. Poi, le stesse segnalazioni le ho mandate per iscritto a Municipio e Comune”.
Questa mattina, nel corso di una riunione presso il PSA (Port of Singapore Authority, che gestisce appunto lo scalo tra Pra’ e Voltri), si è parlato di futuri rapporti di collaborazione tra Municipio VII Ponente e operatore privato. Un percorso partito nelle scorse settimane con un finanziamento di trentamila euro che ha permesso alla civica amministrazione di avviare alcune importanti opere pubbliche in piazza Odicini e Villa De Mari.
A margine dell’incontro, è stata toccata la questione inquinamento e rumore: “Come spesso accade - racconta il presidente del Municipio Claudio Chiarotti - si è finiti a parlare di questo problema. Quelli di PSA ne sono perfettamente consapevoli. Ma non possiamo portare avanti la battaglia sempre noi e i residenti. Occorre una maggiore sensibilità anche da parte dei singoli terminalisti. Questo è essenziale in attesa di soluzioni più concrete, per le quali però serve molto tempo”.
Il riferimento è alle banchine elettrificate e alla creazione di una ‘fascia di rispetto’ come quella che è stata garantita a Pra’. “Ma le banchine elettrificate - come ha sempre fatto presente il Comitato Palmaro - potrebbero essere installate su due moli dei quattro esistenti. Al massimo, il rumore si potrebbe ridurre del 50%”.
L’obiettivo, invece, rimane l’opzione zero. E, come sempre, si mantiene vivo il dibattito su come far convivere insediamenti abitativi e industriali, paesaggio e industria, lavoro e vivibilità. Un tema che a Ponente riguarda un po’ tutte le delegazioni, molto più sacrificate sull’altare delle attività produttive rispetto a quelle del Levante.
Ne sanno qualcosa anche a Multedo. Ieri, dopo il tragico incidente sul raccordo di Bologna, dove un’autobotte è esplosa causando un morto e decine di feriti, il Comitato Multedo per l’Ambiente è tornato sulla questione del casello autostradale in mezzo alle case e del traffico di mezzi pesanti, spesso pieni di materiali infiammabili destinati ai vari depositi della zona. “Siamo costernati dalla disgrazia successa a Bologna - dice Gian Piero Cellerino - E’ un miracolo che episodi analoghi non siano ancora successi a Multedo. Come più volte espresso con foto e filmati, lo svincolo è assolutamente incompatibile con il traffico di mezzi pesanti che trasportano anche liquidi fortemente infiammabili. L’Assessorato alla Viabilità ha detto pochi giorni fa che si aspettano indicazioni autorizzative per aumentare la sicurezza del transito pedonale. Riaffermiamo con forza che la sicurezza del traffico pedonale non è che uno degli aspetti del problema. Finora la nostra azione si è limitata ad una dialettica civilissima. Ci auguriamo che tale possa rimanere grazie alla tempestiva azione dell’amministrazione comunale”.