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Sanità | 05 agosto 2018, 10:30

Le dimensioni contano! Capitolo 5: la chirurgia

Adesso le cose sono parecchio cambiate: in chirurgia generale si utilizza, sempre più di frequente, la laparoscopia

Le dimensioni contano! Capitolo 5: la chirurgia

Cari lettori di Savona News, torniamo, ancora una volta, a parlare di dimensioni, anche in omaggio agli amici Buio Pesto, che stasera si esibiranno a Loano, con i quali ho collaborato a scrivere “A Cansun de Mezue”… ma noi parlamo di dimensioni in odontoiatria e, in particolare, oggi parleremo di chirurgia. Una volta c’era il detto “grande taglio, grande chirurgo” ma stiamo parlando di epoche in cui, per vedere ciò che si stava facendo, c’era giusto la lampada scialitica (quelle enormi lampade tonde, oggi sostituite da altre più compatte ma molto più efficienti); per poter vedere bene dentro il campo operatorio l’unica chance era di renderlo “grande”, quindi “grande taglio”. A quei tempi, in odontoiatria, il problema neanche si poneva perché il 99 % della chirurgia si limitava ad estrarre dei denti…

Adesso le cose sono parecchio cambiate: in chirurgia generale si utilizza, sempre più di frequente, la laparoscopia (quel sistema che consente di operare senza tagli, usando una telecamera e lunghe “pinzette” che passano attraverso tre “buchini”) e, anche quando si “interviene tradizionalmente”, l’utilizzo di sistemi ingrandenti permette di essere sempre meno invasivi.

Anche in odontoiatria le cose sono cambiate: abbiamo la possibilità di estrarre sempre meno denti e se, negli anni 80, un cinquantenne con la “dentiera” era quasi la norma, oggi è una eccezione.

I piccoli interventi chirurgici che può fare un odontoiatra sono molteplici:

·         In odontoiatria pediatrica può succedere di dover tagliare un frenulo linguale (quel “filino” di tessuto che, se troppo corto, impedisce di muovere bene la lingua) con il laser, ma anche di fare estrazioni per consentire all’ortodontista di allineare denti molto grandi in bocche molto piccole.

·         Nel curare una carie può invece succedere, se questa è grande e si estende verso la radice, di dover eliminare un po’ di gengiva, per riuscire a ricostruire il dente anche nelle sue parti “nascoste”. Anche questo lavoro viene fatto, sempre più spesso, con strumenti alternativi al bisturi, quali laser o elettrobisturi.

·         Qualche volta è necessario migliorare chirurgicamente la cura di un dente devitalizzato: in questo caso l’utilizzo dei sistemi ingrandenti (quali il microscopio operatorio) è davvero necessario e aumenta drasticamente il successo delle cure.

·         In parodontologia, cioè la cura delle gengive e dell’osso che sostiene i denti, fino a pochi anni addietro capitava di fare interventi molto invasivi, in cui per fermare la malattia si modificava la forma di osso e gengive, talvolta con risultati estetici di compromesso. Adesso un bravo parodontologo riesce sovente a effettuare interventi più ridotti e a cercare anche il risultato estetico.

·         Anche in implantologia (che, come dico sempre, non dovrebbe essere necessario utilizzare, perché i denti naturali sono “meglio”) si possono inserire radici artificiali con incisioni sempre meno invasive o, addirittura, senza nessun taglio.

Insomma, grazie agli strumenti ingrandenti ed alle nuove tecnologie i risultati sono migliori e i disagi sempre più ridotti; per questo motivo io credo che il proverbio andrebbe cambiato e oggi si possa dire “grande chirurgo, piccolo taglio!!!”

 

Attilio Venerucci

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