Da sabato 7 a sabato 28 luglio, presso il Centro Artistico e Culturale Bludiprussia di Albissola (Piazza Nicolò Poggi / Vico Chiuso), "Polvere e Ceramica" di Stefano Soddu.
Inaugurazione sabato 7 luglio alle ore 18 con il vernissage del testo critico di Luca Pietro Nicoletti.
Con il patrocinio del Comune di Albissola Marina. Per info: 338 3172458 – www.bludiprussiarte.it
POLVERE E CERAMICA
Luca Pietro Nicoletti
È dall’inizio degli anni Duemila che Stefano Soddu utilizza il pigmento in polvere come medium della scultura: è l’idea di fondo delle sue fortunate Celle dell’anima, con i suoi contenitori quadrati con un lato ferito in modo da lasciar fuoriuscire un’anima di colore intenso. Da allora, Stefano ha scelto solo cromie sature, che risaltassero incorniciate dal colore del metallo scuro. Era un’idea che instaurava un dialogo a distanza, ma serrato sul crinale del linguaggio, con la famosa Croce di luce di Claudio Parmiggiani, di cui condivideva la tensione mistica concentrata entro un contenitore che, nella sua finitezza, si faceva portatore di un contenuto virtualmente pronto a nuova vita.
Dopo le Celle, le occasioni per ripensare il motivo della polvere minerale si sono ripresentate, dando vita a una nuova serie di opere modulari e componibili. Lo sviluppo orizzontale dell’intervento plastico è ormai un dato assodato, e porta la scultura verso una disseminazione di elementi sul piano secondo uno schema aperto, variabile di volta in volta secondo le circostanze variando la composizione modulare.
Era la premessa necessaria, questa, per l’ultimo intervento planare del 2017, in cui Soddu ha sostituito la ceramica al metallo, immaginando tante semisfere di sfoglia, su cui è intervenuto provocando fratture o aggiungendo materia, ma soprattutto creando un leggero avvallamento nella cupola tale da consentire di ospitare una conca di pigmento rosso, come tanti piccoli crateri pronti a una improvvisa eruzione di colore. In questo modo, l’artista ha messo in valore la componente “barocca” della modellazione in terracotta, accentuando quegli elementi tattili della plasticazione e facendone il movente di una rivalutazione delle nozioni organiche della forma nel pieno di una sua possibile metamorfosi. Da qui Stefano Soddu ha estratto il cuore incandescente della materia.