/ 

| 20 giugno 2018, 11:35

Massimo Travaglini: "La mia focaccia nel menù di Apple"

La storia dell'imprenditore Massimo Travaglini, che dopo aver perso il locale durante le due passate alluvioni, ha creato un marchio che sta esportando oltreoceano. L'intervista al suo rientro dagli Usa

Massimo Travaglini: "La mia focaccia nel menù di Apple"

Si sente spesso parlare di “resilienza”, ma chi meglio di lui si può dire che abbia saputo affrontare l’urto e riprendersi? Si tratta di Massimo Travaglini, che dopo aver perso una prima e una seconda volta il locale Briciole per le alluvioni, è riuscito a risollevarsi al punto da fare conoscere la sua focaccia (e non solo) ai colossi statunitensi come Apple, Google e Airbnb. E oggi Fokaccia fattura oltre un milione di euro.

Di recente è stato a San Francisco con il Sindaco Bucci e Alberto Cappato: che esperienza è stata?

Sono stato invitato dall’ambasciatore di Genova nel Mondo Jeff Capaccio, per promuovere la cucina ligure e in occasione della festa in onore di Genova allo Yacht Club, ho preparato il catering con focacce per oltre cinquecento persone. Lì c’era il mondo della finanza californiana, i top manager di Apple, Google e il presidente di Airbnb. Un evento importante per farci conoscere. Tra l’altro il legame commerciale tra Genova e San Francisco è forte e lì ci sono tanti genovesi e italiani a capo delle aziende.

Infatti ha conosciuto i vertici di Apple: ha stretto degli accordi?

Sì, ho conosciuto il vicepresidente di Apple, Luca Maestri, e il Food manager, Francesco Longoni, che si occupa di 120 mila pasti quotidiani. Da lì è nata l’idea di fare scambi cultural-gastronomici inserendo nel loro menù prodotti liguri come farinata, focaccia e focaccia di Recco, che possono essere motivo di orgoglio per Genova, essendo considerati come alta cucina, anche se non è alta cucina. Ho avuto una grandissima risposta, mi hanno chiesto anche di aprire un altro Fokaccia a San Francisco. Ma per ora ho altri progetti.

Quali progetti?

Per il momento bisogna consolidare quello che abbiamo qui, perché dopo aver perso il locale in Viale Brigata Liguria, Briciole, per l’alluvione, prima nel 2011 e poi nel 2014, io e mia moglie siamo ripartiti da zero, con tanta difficoltà e debiti, che stiamo ripagando. Attualmente, però, abbiamo sedici dipendenti, stiamo crescendo del 18% e superiamo il milione di fatturato e questo ci dà la spinta per crescere ancora e poter creare altri punti vendita in Italia e nel mondo. Intanto il prossimo progetto è quello di Scalinata Borghese, in Piazza Tommaseo, insieme al Gruppo Viziano. Si tratta di un locale nuovo, un ristorante gourmet, che entro un anno sarà pronto. Inoltre mia moglie ha un altro progetto di cui entro l’anno dovremmo chiudere la trattativa. In più stiamo per realizzare il centro di produzione per espanderci in Italia e in Europa, per standardizzare i prodotti e distribuirli prodotti in tutti i nostri punti vendita.

E poi c’è la novità del cocktail da portare a casa?

Si tratta di un’innovazione: sono aperitivi in busta già pronti e fatti in modo artigianale. Al momento abbiamo sei alcolici e due analcolici ed entro settembre ne avremo in totale rispettivamente dodici e quattro. È un progetto in cui credo molto e con questo riusciremo a portare il take away con aperitivo: un cocktail con basket di focacce, pizze o quello che il cliente preferisce. È brevettato e si trova già su navi Msc come cocktail di benvenuto, mentre si sta trattando con alcune compagnie aeree. È comodo, non ha resi di vetro e non scade. La Apple non dà alcolici, ma si potrebbero creare dei cofanetti, come gift, personalizzabili per ogni società.

State trattando anche con Airbnb?

Abbiamo fatto conoscere i nostri prodotti e da parte di Airbnb c’è molto interesse: dobbiamo incontrare di nuovo in autunno il presidente. L’idea sarebbe quella di fare il benvenuto in casa con i nostri prodotti, che si sposano bene con gli alberghi e l’accoglienza in genere. Sarebbe da estendere a tutti gli affiliati di Airbnb nel mondo: se non sbaglio sono 300 milioni le case in affitto sulla piattaforma. La sua focaccia finirà anche in Florida? Sì, dopo San Francisco sono stato a Miami da un importatore di prodotti italiani, la Orso Food. Si tratta di uno dei principali importatori della Florida e vuole ampliare la gamma di prodotti, per cui mi ha ingaggiato per fare le focacce per i nuovi locali in apertura.

Medea Garrone

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium