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Eventi | 05 giugno 2018, 14:22

"Peter Pan e i ragazzi perduti" in piazza San Pietro a Borgio Verezzi

Allestimento della scuola di teatro "La Compagnia del Barone Rampante", con il celebre attore televisivo Gianmaria Martini

"Peter Pan e i ragazzi perduti" in piazza San Pietro a Borgio Verezzi

Ritorna "Peter Pan e i Ragazzi Perduti" con Gianmaria Martini e i Ragazzi della Compagnia del Barone Rampante e finalmente a Borgio Verezzi. Sabato 23 giugno ore 21.30 Piazza S.Pietro Borgio Verezzi (la compagnia presenterà l’evento al pubblico mercoledì 20 alle ore 18 presso lo spazio Arte del Ristorante DOC di Borgio Verezzi)

Biglietti : ridotto 8 euro, intero 12 euro Informazioni e prevendita Segreteria de La Compagnia del Barone Rampante (aperta il venerdì e il sabato dalle 16 alle 18)Via Municipio, 3 Borgio Verezzi Prenotazioni anche telefoniche e via mail: ‪348 / 8978694‬‬ c.ilbaronerampante@libero.it

Replica : Mercoledì 4 luglio ore 21.30 Fortezza di Castel Franco Finale Ligure

Peter Pan e i ragazzi perduti (da "Peter Pan. Il bambino che non voleva crescere." di James M. Barrie) Regia e Adattamento Gianmaria Martini Assistenti alla regia Chiara Ricciardi, Paola Calcagno, Beatrice Iannello, Zaira Fiallo Scene Gabriele Resmini Costumi Anna Varaldo Musica del "terzo atto" Arrangiamento di Letizia Poltini Voci cantate Chiara Ricciardi e Letizia Poltini Tecnico Luci Pietro Zanella Tecnico del suono Davide Ciccarelli Trucco e acconciature Giulia Pozzi Con Gianmaria Martini e i Ragazzi della Compagnia del Barone Rampante Ilaria Bolla Francesco Bosio Paola Calcagno Gaia Capelli Lorenzo Carnielo Lorenzo Cilluffo Emma Crova Gaia De Giorgi Erika Guidi Elia Farinazzo Iacopo Ferro Zaira Fiallo Gabriela Fraschini Anita Gallo Beatrice Iannello Clara Longhi Elia Mazzon Pietro Ramello Francesco Rossi Mattia Ugo Gambetta Lorenzo Vio.

"La messa in scena andrà verso una rottura della tradizione tendenzialmente naif di trasposizioni cinematografiche realizzate nel corso degli anni dal primo Peter Pan della Walt Disney all’ultimo di P. J. Hogan, operazioni che hanno adattato il testo originale di J. M. Barrie con la finalità di creare prodotti rivolti principalmente a un pubblico di bambini e ragazzi, staccandosi però dai reali contenuti tematici e dalle cifre stilistiche dell’opera originale.

Il Peter Pan di Barrie non è solo e semplicemente un ragazzino che non vuole crescere e che si trastulla in un mondo ideale, divertente e vagamente bonario; egli presenta una natura difficile da penetrare, che porta inconfutabilmente con sé anche tendenze drammatiche e oscure, riguardanti sia la sua psicologia sia la fonte della sua reale natura. Questa natura riguarda, ad esempio, la spietatezza e la violenza con le quali Peter domina sul gruppo dei ragazzi perduti, e un’ombra impenetrabile che avvolge la verità della propria origine con una serie di continue contraddizioni.

La messa in scena vuole fondere gli elementi “leggeri” che danno toni grotteschi e divertenti all’opera con quelli sopra riportati, restituendo così la tridimensionalità che la drammaturgia di Barrie originariamente presenta, deviandola però verso un immaginario prevalentemente dark (che prende organicamente spunto da descrizioni e suggestioni riportate dall’autore stesso). Inerentemente a ciò, il rifiuto del protagonista e di molti altri personaggi di vivere la vita “reale” richiama una tematica che ha in sé lo stesso rifiuto: il suicidio. Da qui la scelta di circondare e contaminare lo spettacolo anche con musiche di autori rock, alcuni dei quali hanno fatto di quel rifiuto la loro non-vita, da Kurt Cobain a Joy Division, contemporaneamente all’autoironia dello spettacolo, che “prende in giro se stesso”, soprattutto là dove lo spettatore contemporaneo non si stupisce: il testo di J. M. Barrie infatti, scritto all’inizio del 1900, era estremamente innovativo in quella data, esempio più lampante di questa innovazione “il volo” di Peter Pan e ragazzi.

Oggi nessuno rimarrebbe più stupito davanti a un attore appeso a un filo che finge di volare, o riderebbe di fronte a battute o dimensioni “old age”, come per esempio quella di un padre (il Signor Darling) che va in ufficio nella cuccia di un cane-governante, pensando così di supplire alla sua anaffettività paterna.

Questo rifiuto, uno dei temi centrali dell’opera, crea inoltre un confine tra la negazione dell’esistenza e l’accettazione di essa e va a creare, in questi termini, due macro categorie dell’essere umano.

Per evitare di dare una visione univoca delle due macro categorie, incarnate da Peter e Wendy, ho scelto di far interpretare i due protagonisti da più allievi-attori e attori, i quali si alterneranno durante lo sviluppo scenico grazie a dinamiche registiche: questo crea una grande coralità all’interno di tutto lo spettacolo, e, in un’ottica più profonda delle dinamiche recitative, comporta un’assenza di protagonismo nel senso più stretto del termine.

I protagonisti NON si alterneranno a canone (come nei classici saggi delle scuole di recitazione), non volendo questo spettacolo essere solamente un saggio ma un’esperienza autenticamente artistica che avvicini l’allievo a un alto livello di professionalità.

L’opera divide i personaggi in due categorie: i personaggi tridimensionali (come Peter e Hook) e i personaggi bidimensionali (come la ciurma dei pirati). Per la costruzione dei primi verranno usati alcuni elementi del “metodo Strasberg”, ma prevalentemente elementi del “metodo Stanislavskij”; quest’ultimo permette all’attore di imparare a creare e a gestire con precisione la caratterizzazione sia fisica sia psichica del personaggio.

Per i secondi invece saranno utilizzati aspetti che appartengono, per la maggior parte, alla tradizione del “metodo Costa”, ideale per far raggiungere all’attore un alto livello di credibilità anche su personaggi fortemente caratterizzati." spiega Gianmaria Martini, attore triestino, diplomato al Teatro Stabile di Genova, membro del gruppo di ricerca teatrale internazionale EuAct fondato da Paolo Antonio Simioni.

Martini ha all’attivo ruoli teatrali da protagonista con registi come Valerio Binasco, Emanuele Conte e Francesco Macedonio; al cinema è stato diretto, tra gli altri, da Stefano Accorsi, Ferdinando Vicentini Orgniani, Matco Tullio Giordana e Daniele Vicari, per la televisione è stato tra i protagonisti delle serie televisive “I Cesaroni”, “Un caso di coscienza”, “Il bene e il male” e “1992”, "Non uccidere 2".

c.s.

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