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Solidarietà | 10 maggio 2018, 08:14

Il loanese Gianni Siccardi visita i terremotati di Visso: "Qui la ricostruzione latita"

La testimonianza del capogruppo della lista PD/Da sempre per Loano: "Dopo quasi due anni non tutta la città è stata messa in sicurezza e si teme lo spopolamento"

Un'immagine di Visso prima del terremoto (fonte Wikipedia)

Un'immagine di Visso prima del terremoto (fonte Wikipedia)

Il capogruppo della lista PD/Da sempre per Loano, Gianni Siccardi, ha fatto parte di un gruppo di loanesi recentemente recatisi a Visso, località in provincia di Macerata messa in ginocchio da due forti eventi sismici tra l'agosto e l'ottobre del 2016, con scosse comprese tra una magnitudo tra 5,4 e 5,9.

Il rappresentante del consiglio comunale loanese ci offre una toccante testimonianza di questa esperienza, descrivendo la trasferta in ogni dettaglio: "Reduce dalla trasferta a Visso, dove confesso avevo aderito con un certo pudore timoroso che la stessa venisse giudicata come una assurda passerella, ritorno con un certo smarrimento ma assolutamente convinto che proprio quell'atto andava perseguito, per il doveroso impegno di riferire di quello che si è visto e di come la solidarietà loanese sia andata a buon fine.

Chi scrive non ha la presunzione, nelle righe che verranno, di aver capito tutto, tanto meno la spudoratezza di poterne indicare i rimedi, ma la necessità di condividere con chi legge il dramma, mai sopito, del Popolo Marchigiano.

Lasciata la super strada ci siamo gradatamente inerpicati su per la catena dei monti Sibillini, man mano che si saliva diventava sempre più imbarazzante, non le ferite peraltro indelebili che il sisma aveva creato, ma qualcosa di ancora più profondo il graduale diradarsi del genere umano, come se il terremoto oltre alla vittime, oltre ai danni, avesse anche inghiottito i sopravvissuti.

Giunti a Visso città dalle antiche origini storiche, si dice addirittura fondata dai sabini ben 907 anni prima di Roma, si rimane colpiti dall'amenità di un borgo, che neanche la brutale violenza del sisma è riuscito a rendere spettrale. Poche persone, non si fatica in questa solitudine ad individuare la sede delle Croce Rossa e qui la prima sorpresa, veniamo accolti da un nutrito gruppo di volontari che insieme al loro Presidente Giovanni Casoni, nei due anni trascorsi, mai hanno fatto mancare a quello che è rimasto della popolazione il loro supporto di assistenza: sanitaria, logistica, psicologica e sopratutto materiale (è impossibile elencare tutte le necessità di uno sfollato).

Sono persone contagiose nel loro altruismo e si rimane a disagio della naturalezza con cui si raccontano. Eppure trovano spazio anche per l'ospitalità che credo, insieme ai miei compagni di viaggio il Vice Sindaco Luca Lettieri, a Paolo Gervasi (Capogruppo Di LoaNoi), a Marco Spada (consigliere della Croce Rossa Loanese) e a Domenico Anselmo (nostro instancabile autista), faticheremo a dimenticare. Più tardi, per una semplice cerimonia, si unirà a noi il Sindaco della Città, oggi anche Senatore, Giuliano Pazzaglini, dove ufficialmente viene consegnata alla CRI di Visso una autoambulanza per dializzati, comprata con il contributo raccolto dalla Città di Loano con i due pranzi solidali.

Ma il resoconto non termina qui, anzi è da qui che parte un'altra breve e concreta storia ed è la stessa storia con cui ogni giorno in maniera diversa ciascuno di noi si trova, da un non nulla ad una cosa basilare, ad affrontare gli orpelli della burocrazia. A Visso abbiamo sentito persone, divise nei loro affetti personali (madri e figli sulla costa ed il capo famiglia a presidio del proprio lavoro), timorose che il perdurare di queste lontananze porti ad un naturale sradicamento dal territorio, con una conseguente spopolamento della Città.

Difatti a distanza di 20 mesi non tutta la città è stata ancora messa in sicurezza e la ricostruzione latita, impantanata nell'individuazione degli indici di risarcibilità, oppressa nei criteri di ricostruzione dai piani urbanistici, vilipesa da ogni logica azione del fai da te e per finire tormentata dalle competenze.

No signori tutto questo, per assurdo, è ancora più doloroso del terremoto stesso, abbiamo visto persone che in spazi angusti hanno piantato la loro bandierina: qui una lavanderia, qui un parrucchiere, qui un ristorante, qui una pasticceria e ancora tanti “qui” con un unico e inequivocabile messaggio: qui un uomo che vuole continuare a vivere del suo lavoro.

Sapranno mai le Istituzioni deputate alla ricostruzione raccogliere, con un pizzico di vergogna, quanto oggi fotografato?

Grazie alla Croce Rossa ed a tutti i Volontari di raccogliere ogni nostro centesimo e trasformarlo in un vortice di energia. Grazie ai loanesi per essere stati presenti a Visso".

Redazione

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