Approvato all’unanimità nel Consiglio comunale di ieri sera ad Albenga il punto all’ordine del giorno per impegnare il sindaco a chiedere un incontro con il direttore dell’Asl 2 savonese Eugenio Porfido e il vicepresidente della Regione Liguria Sonia Viale per discutere e chiedere spiegazioni sul futuro di Albenga Salute (LEGGI ARTICOLO).
Volendo ricapitolare quanto, in diverse occasioni abbiamo trattato sulle pagine del nostro quotidiano on line, la Regione Liguria ha deciso di non continuare il contratto con i centri saluti sul territorio.
Ecco allora che tutte queste importanti realtà si sono ritrovate a rischio chiusura.
I centri salute, in pratica, forniscono un servizio assistenziale ai cittadini che possono trovare in essi servizi medici di fondamentale importanza con orario continuato ed anche in giorni festivi e prefestivi.
Con la loro attività i centri salute, fino ad oggi hanno “fatto da filtro” al punto di primo intervento (molti i cittadini che invece che recarsi in ospedale si sono fatti assistere in maniera efficace rivolgendosi ai medici in servizio in essi) oltre ad aver fornito servizi socio-assistenziali importanti.
L’Asl 2 chiudendo i contratti con questi ha di fatto tolto fondi importanti per garantire una apertura con orario continuato e 7 giorni su 7, ma ha tolto anche un riconoscimento a queste realtà che prima erano considerate dei centri di responsabilità aziendali (parafrasando “impropriamente” la denominazione delle “succursali” dei centri Asl sul territorio).
Cosa significa tutto ciò? Che i centri salute, proprio per il venir meno di questo contratto e di questo riconoscimento non potranno più svolgere alcune attività come ad esempio quelle per promuovere la prevenzione e non potendo più contare su contributi determinati forniti dall’Asl non potranno programmare le loro attività e di conseguenza i servizi.
In pratica l’Asl forniva delle somme ai centri salute per coprire: servizio prelievi, prenotazioni di esami, affitto e la continuità assistenziale. Adesso il contributo per affitto e continuità assistenziale verrà meno e servizio prelievi e prenotazioni verranno pagati a prestazione.
Così facendo, però, sarà impossibile per i medici garantire la presenza di segretarie e di un servizio ad orario continuato ed anche nei servizi.
Già dal 15 aprile, Albenga Salute ad esempio ha iniziato a chiudere durante l’ora di pranzo in attesa di poter calibrare le proprie spese e valutare la necessità di apportare ulteriori tagli.
Spiega il sindaco Giorgio Cangiano: “Questa Regione ha sempre preso decisioni importanti riguardanti il tema sanità sa sola. Non solo senza confrontarsi con gli amministratori locali nella fase decisionale, ma neppure informandoli di quanto stabilito. In diverse occasioni siamo venuti a sapere di alcune scelte solo attraverso le pagine dei quotidiani. Tutto questo credo che sia una mancanza di rispetto non solo per me, ma per l’intera città di Albenga.”
“Sul tema del futuro di Albenga Salute ho chiesto già lo scorso 9 febbraio un incontro con l’Assessore Sonia Viale, la mia richiesta, come quelle che avevo fatto per incontri relativi alla privatizzazione dell’Ospedale di Albenga è rimasta senza risposta. Oggi approviamo questo ordine del giorno all’unanimità per dare più forza a questa richiesta che è la richiesta di una apertura al dialogo per poter valutare le scelte e quantomeno di poter ottenere risposte adeguate alle nostre domande” spiega Cangiano.
Conclude il primo cittadino: “Credo sia sbagliato il ragionamento che hanno fatto in Regione. Si dice che i centri salute sono una realtà positiva, al tempo stesso si chiude il contratto con questi, ma si dice ai comuni che se vogliono possono tenerli aperti con le loro risorse. Vorrei ricordare che stiamo parlando di tematiche relative alla salute dei cittadini e a servizi fondamentali che non sono di competenza comunale. Per i nostri cittadini noi saremmo comunque disposti a valutare la possibilità di dare un contributo, ma sarebbe necessario, comunque, valutare la questione in maniera approfondita, magari proprio durante ‘incontro che oggi chiediamo”.
Il punto all’ordine del giorno è stato così votato dalla maggioranza e dalla minoranza all’unanimità ed ora si attende una risposta su tale richiesta da parte della Viale e di Porfido.