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| 04 maggio 2018, 20:30

Detenuti appiccano incendio a Marassi per protesta: l'intervento di Gianni Pastorino

Il consigliere regionale di Rete a Sinistra / LiberaMente: "La situazione delle carceri italiane e liguri non è semplice, Marassi ne è un esempio: sovraffollamento e strutture vecchie"

Detenuti appiccano incendio a Marassi per protesta: l'intervento di Gianni Pastorino

Quattro detenuti presso il carcere di Marassi si sono barricati nelle loro celle per denunciare il sovraffollamento della struttura penitenziaria e contro le condizioni della loro detenzione: come estremo atto di protesta è stato anche ppiccato un incendio. I fatti sono stati resi noti nel pomeriggio dal sindacato della polizia penitenziaria Uil.

A proposito di questo fatto di cronaca, della situazione della casa circondariale di Marassi e più in generale rispetto alle condizioni delle carceri è intervenuto il consigliere regionale di Rete a Sinistra / LiberMente Gianni Pastorino: "La situazione nelle carceri italiane e liguri non è semplice - si legge in comunicato stampa - . E Marassi ne è un esempio: il sovraffollamento delle celle, insieme a una struttura certo non di ultima generazione, peggiorano pesantemente le condizioni di vita non solo de detenuti ma anche delle guardie penitenziarie. Una situazione grave e che dovrebbe far riflettere la politica locale, colpevole di tergiversare ancora sull’approvazione della legge che istituisce il cosiddetto “Garante dei detenuti”. Questa non sarà la soluzione per tutti i problemi che affliggono le carceri liguri, ma il Garante potrà agire sicuramente come punto di riferimento e mediazione per le istanze dei carcerati e per quelle degli agenti della polizia penitenziaria".

"Una figura che deve tenere un dialogo costruttivo e permanente con le istituzioni politiche e sociosanitarie, ma anche con gli uffici cui è delegata per legge l’applicazione delle norme penali – aggiunge  Pastorino -. Nelle regioni in cui è stato istituito, sia in Italia sia all’estero, il Garante si è dimostrato efficace e di primaria importanza: perché collaborando senza intralcio con gli uffici giudiziari, può diventare il soggetto che riporta la questione della vita in carcere al centro del dibattito sociopolitico".

"Purtroppo, nonostante la Prima Commissione consiliare abbia approvato tutti gli articoli della proposta di legge presentata dal sottoscritto e poi firmata dai colleghi Vaccarezza e Salvatore, cui si è aggiunta la sintesi con l’analogo provvedimento depositato dal collega Ferrando e altri del PD, il testo definitivo non è ancora arrivato in consiglio. Ciò accade perché l’assessore Viale non riesce a trovare le minime somme necessarie ad attivare il servizio. Una situazione incomprensibile – conclude Pastorino -. Nel frattempo, come tutti possono constatare, del Garante ci sarebbe sempre più bisogno. Come ci sarebbe bisogno di potenziare tutti i servizi tecnico-amministrativi che incidono sulla condizione carceraria e sull’applicazione delle norme sanitarie degli istituti di pena".

RG

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