Attualità - 03 maggio 2018, 10:35

Diritti dei Docenti, Vespa: "Tutele anche al corpo docente laureato di Terza Fascia"

Pasquale Vespa, presidente di AnDDL (Associazione Nazionale Docenti per i Diritti dei Lavoratori): “Chiederemo al tavolo di Roma di rispettare le sentenze"

Giovedì 26 aprile l’Associazione Nazionale Docenti per i Diritti dei Lavoratori (AnDDL) che raccoglie tra le sue file docenti precari tra Gae Infanzia storiche e Terza Fascia, è stata convocata dal Ministero dell’Istruzione al tavolo che dovrà discutere in prima battuta degli effetti della sentenza Plenaria del 21 dicembre 2017 che ha visto i giudici del Consiglio di Stato bocciare la pretesa dei diplomati magistrali di essere inseriti nelle Graduatorie ad esaurimento.

“Chiederemo al tavolo di Roma – ha spiegato Pasquale Vespa, presidente di AnDDL – innanzitutto il rispetto delle sentenze. In tal caso il parere negativo nei confronti delle diplomate magistrali espresso dalla Plenaria non potrà essere ignorato. Per far fronte alla situazione di criticità venutasi a creare, chiederemo che si attivi un percorso agevolato come per la secondaria superiore, con delle correzioni, che ne regolamenti l'assunzione in ruolo una volta esaurite le Gae e le Gm. Per le Gae infanzia storiche chiederemo la creazione di posti di potenziamento, il tempo pieno al Sud e la valorizzazione dell'esperienza su sostegno maturato senza titolo, ma dopo un'attenta analisi dei dati sui posti effettivamente disponibili”.

“Ciò detto il discorso della “soluzione politica” da dare al precariato va necessariamente esteso anche al corpo docente laureato di Terza Fascia con pluriennale esperienza per il quale si chiede il superamento dell'attuale percorso FIT che ne mortifica l'esperienza acquisita. Si ricordi che molte classi di concorso della secondaria superiore sono ormai esaurite e serve valorizzare le competenze di chi è stato dimenticato nel limbo della terza fascia, prospettando loro un percorso lungo e farraginoso previsto dal FIT. Per questa categoria di lavoratori è necessario dare vita ad un percorso che preveda un anno di prova abilitante la cui selezione sia basata sui titoli e servizio maturato che porti direttamente al ruolo. Sono lavoratori che hanno consentito il corretto funzionamento della scuola, vanno valorizzati”.

“Altra nota dolente introdotta dalla Buona scuola – commenta Vespa - è la regionalizzazione delle graduatorie con le GRM. Per far fronte alla carenza di personale docente nelle scuole del Nord Italia è doveroso pensare ad una graduatoria nazionale. L'entrata in ruolo deve avvenire per scorrimento e la scelta del posto disponibile lasciata al lavoratore che potrebbe pensare di accettare il lavoro anche lontano da casa pur di velocizzare l'immissione in ruolo. Unica condizione rimanere obbligatoriamente in quel posto almeno tre anni, pena la rescissione del contratto. Infine, non siamo favorevoli ad una riapertura temporanea delle Gae, perché genererebbe una ulteriore discriminazione tra lavoratori abilitati e precari che - per i più disparati motivi - non hanno avuto la possibilità di abilitarsi in questi anni”.

cs