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Attualità | 15 aprile 2018, 14:00

Il medioevo di Savona e la caduta degli alibi

Un nuovo appuntamento vi accompagnerà su SavonaNews, curato da Bruno Spagnoletti, analista economico e autore di importanti report sindacali che hanno fotografato, nel corso degli anni, l'andamento del lavoro nelle province liguri

Il medioevo di Savona e la caduta degli alibi

Un nuovo appuntamento vi accompagnerà su SavonaNews, curato da Bruno Spagnoletti, analista economico e autore di importanti report sindacali che hanno fotografato, nel corso degli anni, l'andamento del lavoro nelle province liguri. In un clima del mercato che vede la fiducia altalenante, in un'area come quella savonese svuotata di produttività e ormai identificata con la "crisi complessa", in un momento quindi delicato per le transizioni e le sfide del futuro, quando si profilano all'orizzonte le sfide che imporrà la nuova automatizzazione, c'è più che mai bisogno di schiarirsi le idee. Bruno Spagnoletti tra riflessioni, aneddoti, recupero della memoria storica e approfondimento razionale dei dati, consegnerà di volta in volta ai lettori uno "spaccato" del Savonese, mettendo in azione il suo riconosciuto spirito di osservazione. Buona lettura!  

C’è ancora la grande ruota alla Darsena e, da lassù, Savona appare davvero bella, anche se avrebbe potuto essere ancora più piacevole e armonica, se solo la bella Politica avesse avuto maggiore attenzione agli interessi della collettività e della città, rispetto al “particulare” di costruttori, gran commis e burocrati che privilegiano le cento poltrone.

La grande bellezza della Città dei Papi da lassù, fa da contraltare alla grande bruttezza della politica in essere che ha amplificato le criticità, le storture, le ingiustizie, le disuguaglianze e le emergenze della nostra comunità, spesso presa in giro e derisa dai mass media nazionali per scelte amministrative – a dir poco – ridicole nella selezione delle priorità della “governance”.

Una Città quasi fallita, bloccata dalla Corte dei Conti e costretta a un piano di risanamento “lacrime e sangue” di dieci anni; un’autonomia finanziaria e una possibilità di scelta d’investimenti tendenti allo zero, mentre alcune delle sue imprese pubbliche mostrano sofferenze e insicurezze per il futuro e mettono a rischio persino l’occupazione, una volta “protetta” come i gioielli nel caveau della Banca che fu di Savona e oggi non più.

Tra queste l’ATA ridotta quasi sull’orlo della bancarotta e l’altra la TPL Linea in attesa di essere alienata e ceduta (non si capisce ancora a Chi, con quale mission o destino industriale e occupazionale e con quali ricadute sul servizio per i cittadini e in particolare per le zone già disagiate dell’entroterra).

E, come se non bastasse, continua a piovere sul bagnato: crollano le visite ai plessi museali di qualità savonesi e la Città della Torretta si conferma come l’unica in controtendenza negativa rispetto al boom culturale di tutte le Città italiane (liguri comprese).

Possibile che sia solo colpa del destino cinico e baro? Eppure il Confuoco (per la prima volta acceso al Priamar) sembrava tirar su dritto e beneaugurante per il 2018!

Macché anche la variabilità di questa “maledetta” primavera è contro Savona e costringe le Confraternite a rinviare di due anni la Processione, mentre la Città era piena di gente e turisti in trepida attesa.

Poi ci si mette la natura (siamo proprio cosi sicuri?) quasi a confermare – in termini simbolici – la deriva declinante della Città verso un buio medioevo e l’allontanamento da un Rinascimento che sarebbe il benvenuto: la compromissione strutturale degli affreschi del Guidobono, andati quasi distrutti e spazzati via dentro la Cappella della Crocetta del Santuario di Savona; opere – come è stato già scritto – che sono riuscite a travalicare i secoli, ma non la Savona dei nostri giorni hic et nunc.

Dubito assai che sulla velocità del declino degli ultimi anni c’entri poco la nuova Amministrazione di Centro Destra, la Giunta in essere e le misure adottate o non adottate in questi ultimi anni in capo a “Quelli di Adesso”.

Spesso e volentieri ci troviamo di fronte alla fiera dell’incompetenza portata avanti - peraltro – con una determinazione, una boria e una spocchia che spesso confinano con altezzosità, burbanza, presunzione, superbia e vanagloria.

Siamo stati persino incapaci di programmare (e non saper poi gestire) eventi come la Liguria Marathon, scoprendo a dieci giorni dalla corsa che non ci potevano essere le condizioni di sicurezza stradale per i runners, atteso che la data del 22 aprile (da che mondo è mondo e dall’esistenza del calendario) è prossima all'esodo del ponte per la festa della Liberazione del 25 aprile.

Chissà cosa ci si aspettava dalla Prefettura di Savona se non il blocco della preparazione, l’annullamento della data assurda e il rinvio al 18 novembre (se tutto andrà bene)! Certo che solo un’intelligenza da Albert Einstein poteva scadenzare la Maratona alla vigilia del primo ponte primaverile in una Città di mare come Savona! Ma tant’è! Questi abbiamo e Questi ci dobbiamo tenere ancora per un po’ di tempo.

Quando declina l’attrazione culturale, quando cala l’interesse per i Musei e le Opere d’arte “gestite” dal Comune, ma non si abbassa la fame di conoscenza e non scendono i visitatori come nel Museo Apple (gestito da volontari), vuole dire che non esiste una politica “pubblica” turistica e culturale degna di questo nome; e, soprattutto, che manca una politica d’investimenti e di promozione, e si persegue una visione sbagliata degli interventi culturali visti e vissuti come “costi” da razionalizzare e risparmi da realizzare.

E’ cosi che si spegne la luce sulle bellezze della Città e si torna al buio del medioevo savonese! E, non c’è neppure più l’alibi che a sbagliare siano stati “Quelli di Prima”.

Bruno Spagnoletti

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