Attualità - 14 aprile 2018, 18:57

Il voto online? Non è più fantascienza. E porta con sé un forte accento piemontese

Cristiano Bernacca, 43 anni, torinese trapiantato a Barcellona, è direttore commerciale di Scytl, azienda pioniera in questo settore. "Cerchiamo interlocutori anche in Italia. Torino e il Piemonte sarebbero perfetti

 

Torinese, classe 1975, un pezzo di cuore lasciato a Grugliasco, da parecchio tempo vive fuori dall'Italia. E dopo alcune tappe intermedie, adesso "casa sua" è Barcellona, in Spagna. O meglio, in Catalunya, visti i tempi che corrono. Tempi di consultazioni popolari, da quelle parti, ma il tema del voto è piuttosto attuale anche da noi, in Italia, in Piemonte e a Torino e provincia. Cristiano Bernacca, direttore commerciale Italia e Spagna di Scytl, si occupa proprio di questo: voto online. Non più fantascienza, ma una condizione che potrebbe diventare realtà anche da noi, in tempi non lontanissimi. E potrebbe farlo proprio con una matrice "sabauda" al suo interno.

Di cosa vi occupate, esattamente?
"Siamo una società pioniera per quanto riguarda la ricerca e lo sviluppo della cosiddetta crittografia applicata a sistemi di votazione on line. Fin qui abbiamo gestito le consultazioni spagnole del 2015, ma ci sono molti altri governi che utilizzano la nostra tecnologia per le fasi precedenti e successive all'appuntamento elettorale. E anche la Germania è interessata a noi: con la nostra tecnologia abbiamo permesso una consultazione interna al partito della SPD, proprio quando si è trattato di decidere se aderire o meno alla GrosseKoalition. E ancora: le università spagnole votano con i nostri sistemi, lo fa anche la Guardia Civil e anche tanti ordini professionali. In Francia, invece, hanno usato i nostri strumenti per far votare i loro residenti all'estero".

Poca Italia, anzi del tutto assente, per ora. Ma lo scorso anno è successo qualcosa di significativo: il voto elettronico ha debuttato alle elezioni Regionali in Lombardia, non senza qualche difficoltà tecnica. È uno strumento di partecipazione che potrebbe adattarsi anche al Piemonte? 
"Il voto elettronico non è però "on line voting", cioè quello che proponiamo noi. La differenza? Il voto elettronico è un voto presenziale che si veicola attraverso terminali elettronici, ma comporta comunque un investimento in termini di hardware per allestire cabine elettorali elettroniche e non risolve il problema delle persone che non si trovano físicamente nel collegio elettorale. L’on line voting garantisce invece ai votanti la possibilità di accedere alla votazione da remoto e di votare quando lo ritengono più opportuno, nei limiti previsti dalla giunta elettorale, senza bisogno di installare app ne plug in, in piena sicurezzo, rispetto dell aprivacy e integrità del voto stesso. Si potrebbe non solo replicare, ma farlo in maniera molto piu eficiente ed económica per le casse pubbliche".

La nostra regione è caratterizzata da una forte urbanizzazione, soprattutto nel Torinese, ma ci sono anche vaste zone (come la Granda) in cui collegamenti e logistica non sono così efficienti. Il,voto elettronico può aiutare anche a risolvere il rebus di una sorta di gap morfologico?

"Se parliamo di collegamenti e logística il voto on line risolve esattamente tutte queste problematiche. Non credo ci siano zone totalmente sprovviste di copertura di rete in Piemonte".

Il prossimo anno il Piemonte andrà a rinnovare la Giunta e il Consiglio regionale. Potrebbe essere un orizzonte cronologico abbordabile, per sperimentare il voto elettronico? E la vostra tecnologia può essere scalabile anche a livello di singoli Comuni? 
"Potrebbe esserlo, bisognerebbe obviamente cominciare a incontare i referente per tempo, capire le loro esigenze e adattare la nostra soluzione al processo elettorale . Abbiamo gestito piu di centomila elezioni e come si può facilmente comprendere quasi tutte presentavano elementi specifici e differenzianti. La nostra piattaforma si e sempre adattata alla perfezione. Forti di questa esperienza possiamo oggi presentarci come consulenti in termini di adattamento di processi elettorali, aiutando i governi e le pubbliche amministrazioni nella transizione da voto cartaceo a voto telematico".

Si parla di voto per il rinnovo delle cariche delle istituzioni pubbliche, ma anche gli enti privati (come gli ordini professionali, ma non solo) fanno ricorso a procedure elettorali. Il voto digitale può essere una soluzione anche in questo ambito? 
"Il voto digitale è già adesso la soluzione in questo ámbito. Lavoriamo in 42 Paesi nel mondo, sia con Governi, sia con Consorzi, Università, Associazioni di categoría, Camere di comercio, ordini professionali. Hanno votato con noi per le loro elezioni interne anche sindacati e partiti politici, proprio come la SPD in Germania".

Il voto elettronico può funzionare anche per gli italiani all’estero? In occasione delle ultime Politiche non sono mancati i disagi, anche pesanti, per torinesi e piemontesi che vivono oltre confine e che non sono riusciti a esercitare il proprio diritto. 
"Dal punto di vista “istituzionale” i primi contatti che stiamo avendo in Italia sono esattamente rivolti a cercare di risolvere questo problema. Il Ministero degli Esteri si è interessato alla nostra soluzione (utilizzata esattamente a questo scopo ad esempio dai Francesi residenti all’estero da anni) e ci saranno incontri nelle prossime settimane per cercare di definire una roadmap che preveda l’introduzione di questo canale di voto (senza escludere i tradizionali) per i nostri residenti all estero".

Sul tavolo, però, spesso viene messo il tema della sicurezza e della manipolabilità del voto online. E' davvero così?
"Bisogna fare due ordini di ragionamenti, secondo me. Il voto on line avrebbe innanzitutto il grande vantaggio della tracciabilità e verificabilità in tempo reale di brogli e manipolazioni, rispetto al voto che possiamo definire tradizionale. I nostri meccanismi di sicurezza sono matematici e possono portare addirittura all'annullamento, se dovesse succedere qualcosa di sospetto. Inoltre, per quanto riguarda la privacy e l'integrità del voto, chi ha competenze di criptografia sa che tutto il processo è verificabile, dall'inizio alla fine. Diamo un numero: fin qui abbiamo lavorato a quasi 100mila votazioni, di diversa natura e finalità. E non si è verificato mai nemmeno un caso di manipolazioni o di brogli".

 

Massimiliano Sciullo (24ovest)