Politica - 10 aprile 2018, 09:49

Il "popolo anti-antenne" ferma il Piano Telecomunicazioni di Noli

Sospeso il Consiglio comunale e rinviato il punto a causa del materiale cartografico incompleto

Da 14 anni ormai prosegue la battaglia del Comitato Nolese per la Sicurezza e l’Ambiente contro la minaccia delle radiazioni elettromagnetiche (leggi QUI). Ieri, in Consiglio comunale, stava per essere apposta la parola ‘fine’ a tutta questa vicenda, ma così non è stato. Vediamo perché.

Ad aprire il dibattito sul tema è il sindaco Giuseppe Niccoli, che spiega: “Oggi approviamo il POST, cioè il Piano di Organizzazione del Sistema delle Telecomunicazioni, pertanto dopo lunghe e penose situazioni stiamo per licenziare l’ultimo atto. La legge oggi ci consentirà di non dover aspettare il nulla osta della Regione”.

Ma il pubblico in sala (molto più numeroso rispetto alla media di qualsiasi consiglio comunale della provincia) rumoreggia, tanto da spingere gli amministratori a sospendere la seduta per 3 minuti.

Viene quindi concessa la parola (cosa che per legge tra il pubblico può avvenire, appunto, solo a consiglio comunale interrotto) a Maria Vincenti, del Comitato Nolese per la Sicurezza e l’Ambiente, che dichiara: “Mi avete concesso tre minuti e in tre minuti cercherò di riassumere una vicenda protrattasi per 14 anni. Questo piano ormai vede la luce quando numerosi impianti sono installati, dei quali uno a soli 28 metri dalle scuole. Il nostro comitato si era opposto in ogni modo alla collocazione di queste antenne, portando anche una petizione con oltre 1000 firme su circa 2800 abitanti nolesi e presentando i rilevamenti ufficiali dell’Arpal relativi alla sommatoria delle onde elettromagnetiche dei vari impianti. Nel frattempo, in questi ultimi anni, tante cose sono cambiate, tra cui l’ulteriore potenziamento del sistema di telecomunicazioni collocato nei pressi dell’hotel Gino, avvenuto con il silenzio-assenso dell’amministrazione. E questo perché la pratica era andata persa negli uffici comunali ed è stata ritrovata nove mesi dopo, quando ormai il danno era fatto”.

Conclude Vincenti: “Pochi giorni fa ci è stato fornito via posta elettronica del materiale cartografico incompleto, nel quale non sono mappate antenne delle quali invece siamo a conoscenza. Su nostra richiesta ci è stato detto che il documento è stato aggiornato ieri, ma non ci è pervenuto. Prima che venga approvato il POST, dopo questo lungo iter, chiediamo che si tenga conto del mutato scenario dal 2015 a oggi. E comunque non dimenticheremo le responsabilità politiche delle ultime due amministrazioni”.

La dichiarazione del Comitato spinge il gruppo di minoranza Semplicemente Noli a chiedere spiegazioni. Interviene il consigliere Lucio Fossati: “Perché è stata data a comitati e associazioni una cartografia incompleta, priva di alcuni siti e aggiornata solo ieri sera?”

Aggiunge il capogruppo Ambrogio Repetto: “La nuova legge regionale ci consente di chiudere l’iter e questo documento diventerà legge. Ma se è incompleto, siamo sicuri di non approvare qualcosa che a livello di Regolamento Comunale risulterà illegittimo? Pensiamoci bene”.

Viene coinvolto l’architetto Raffaello Riba che, in qualità di tecnico del Comune, può intervenire anche a consiglio comunale in atto e spiega che sicuramente si tratta di un refuso, ma che comunque l’hotel Gino vede l’impianto presente dal 2016 mentre in seduta le osservazioni erano legate a un piano redatto ancora nel 2015. Comunque, in nome della massima linearità della procedura, l’assemblea decide all’unanimità di rinviare il punto al prossimo consiglio comunale, dopo avere tutti in mano le cartografie complete.

A seduta ormai conclusa abbiamo chiesto al sindaco Niccoli se, alla luce dei dati Arpal e della petizione presentata dal Comitato, esista un reale rischio per i cittadini. Ci risponde il primo cittadino: “Ricordo benissimo quella petizione, le firme erano circa 1040. E ovviamente da medico purtroppo non posso escludere una pericolosità delle radiazioni, anche se ciò non è dimostrato al 100%. Il problema è che lo Stato dovrebbe applicare il cosiddetto principio della precauzione e limitare il proliferare delle antenne. Ma lo Stato è un ente sovracomunale e le sue leggi sono decisamente a favore dei gestori. Da parte nostra, come Comune, il solo strumento che abbiamo per regolamentare tutto ciò è proprio il POST”.

Alberto Sgarlato