“Il rischio di stabilità delle imprese diventa anche il rischio di perdita di posti di lavoro per i collaboratori che sono impiegati presso le stesse, in un contesto già esistente di grave disoccupazione.” A dirlo è Gigliola Bassoli Coppo, Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda, che lancia un grido d’allarme in merito alla crisi che sta investendo Rivieracqua, ma in realtà tutte le imprese della Provincia, con crediti nei suoi confronti di quest'ultima.
L’Associazione del ‘fare impresa al femminile’ si schiera al fianco delle sue associate, nonché delle imprese locali che negli ultimi mesi si trovano ad affrontare una grave crisi finanziaria: “Creata da una situazione a dir poco surreale, a causa dei mancati pagamenti della Società Pubblica Rivieracqua” - spiegano alcune associate.
Quello su cui punta il dito Aidda è il continuo rimpallo di competenze e responsabilità relativamente alla situazione di Rivieracqua: “Inadempienza dei comuni - continua Gigliola Bassoli Coppo - o cattiva gestione, queste le motivazioni date che però, di fatto, hanno bloccato i pagamenti dei fornitori da oltre sette mesi. Fornitori che, nonostante tutto, con grande coscienza e rispetto nei confronti di tutti i cittadini, continuano a svolgere tutti i servizi pagando stipendi e anticipando spese per diverse centinaia di migliaia di euro.”
Il rischio, secondo Aidda, è quello di un ‘disastro’ economico a livello locale con una sorta di ‘effetto domino’: “Se i fornitori non riusciranno più a mantenere i servizi - continuano - e quindi non verranno effettuate tutte le manutenzioni necessarie ai sistemi fognari, ci saranno gravi ripercussioni sul benessere dei cittadini, sull’inquinamento delle acque e, di conseguenza, sulla stagione balneare. A questo punto il problema non sarebbe più solo delle imprese creditrici, ma si allargherebbe a tutti gli imprenditori del settore turistico."
A rischio, inoltre, sarebbero i posti di lavoro di tutti coloro impegnati nelle mansioni di manutenzione. Il ritardo dei pagamenti non esclude, infatti, la possibilità per le imprese creditrici di dover effettuare dei licenziamenti. Alcune perplessità da parte di Aidda anche sull’eventualità di un concordato in bianco per tentare di salvare Rivieracqua: “Possibile che questa sia davvero l’unica strada possibile? - commenta Gigliola Bassoli Coppo - un concordato in bianco starebbe a significare che Rivieracqua pagherebbe solo una percentuale dei debiti ai fornitori, ma se questo servirà a salvarla, chi penserà a salvare tutte le imprese che non saranno in grado di sopportare questa ingiustizia sia economica che umana?”