Il modus operandi era collaudato: telefonavano ad una persona anziana, solitamente ottuagenaria, e si presentavano come avvocati. Con racconti verosimili e ben ricamati, impaurivano il malcapitato, spiegandogli che un suo parente era rimasto coinvolto in un grave incidente oppure era finito nei guai giudiziari.
Dopo aver fatto leva sulla debolezza emotiva dell'interlocutore, sottolineavano come fosse necessario sborsare denaro per evitare conseguenze economiche più pesanti. Dopo questo primo passaggio, i finti avvocati si presentavano al domicilio della vittima e si facevano consegnare i soldi; in assenza di contante in casa, ritiravano preziosi e gioielli.
Al termine di un certosino lavoro d'indagine, gli investigatori della Questura di Gorizia hanno chiuso il cerchio: 32 le persone indagate, 25 gli episodi criminosi finiti sotto la lente dei poliziotti.
La banda è riuscita a mettere a segno raggiri con l'espediente del "falso avvocato" in diverse aree d'Italia. Tra le zone colpite, oltre a Gorizia, Udine, Pordenone e Trieste, anche Genova, Imperia, Asti, Cuneo. E ancora Modena, Vicenza, Bergamo, Padova, Lecco e Livorno.
L'inchiesta ha coinvolto le Questure locali e ha comportato una serie approfondita di accertamenti, sulle tracce telefoniche e virtuali (bancomat, web, messaggistica) lasciate dagli autori delle truffe.