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Attualità | 29 marzo 2018, 14:26

Fondale troppo basso: a rischio chiusura il distributore del porto di Finale Ligure?

In prossimità di una delle due pompe si misurano 1,60 metri di fondale, mentre dalla seconda pompa solo poche decine di centimetri. L'assessore Guzzi: "La gara d'appalto per chi si aggiudicherà il dragaggio è in corso"

Nelle foto: il fondale in prossimità del distributore, visibile a occhio nudo

Nelle foto: il fondale in prossimità del distributore, visibile a occhio nudo

A rischio chiusura il distributore di carburante del porto di Capo San Donato a Finale Ligure? A lanciare un grido d’allarme è proprio lo storico benzinaio, Mimmo Caruso, persona stimata e benvoluta in tutto l’ambiente nautico del Ponente Savonese.

Spiega il titolare dell’attività: “I lavori di dragaggio del fondale del porto tardano ad arrivare, il problema dell’innalzamento del fondale continua periodicamente a riproporsi e io sto perdendo vertiginosamente clientela. Pochi giorni fa ho dovuto rinunciare a rifornire una barca a vela perché non poteva accedere. Io ho sempre lavorato correttamente e onestamente, pago le tasse e ho tantissimi clienti affezionati di lunga data che sanno che su di me possono sempre contare, perché garantisco la massima reperibilità. Non mi sembra giusto dover subire questa situazione, visto che possiedo una concessione demaniale che dice che io ho diritto ad avere il fondo pulito”.

Noi di Savonanews ci siamo recati personalmente a fare un sopralluogo sul posto e abbiamo assistito a una misurazione: in prossimità di una delle due pompe, al momento del nostro rilevamento, il fondale è a circa 1,60 metri. Un valore troppo basso, considerando che molte imbarcazioni hanno un pescaggio superiore ai due metri. L’altra pompa, addirittura, ha un fondale di poche decine di centimetri. Commenta Caruso: “In questo modo mi restano solo le barche più piccole, le uniche che riescono ancora ad avvicinarsi. La pompa col fondale più basso è ormai inutilizzabile da tempo, ma non mi sono mai lamentato fintanto che potevo avere almeno l’altra pompa operativa. Ma adesso la situazione è insostenibile”.

Mentre effettuavamo i rilevamenti abbiamo incontrato anche alcuni clienti abituali (dei quali non riportiamo i nomi per rispetto della privacy), che commentano: “Ci siamo sempre serviti da Mimmo, che per noi è un amico, perché non i suoi carburanti non abbiamo mai avuto problemi a motore, filtri o altro. Sappiamo che vende prodotti di qualità e che possiamo fidarci. Inoltre doverci rifornire altrove per noi è un disagio, solo per arrivare ai distributori più vicini perdiamo circa un’ora all’andata e un’ora al ritorno”.

Abbiamo interpellato sul problema l’assessore ai lavori pubblici di Finale Ligure Andrea Guzzi, che ci spiega: “Finale Ambiente ha fatto partire una procedura di gara per il dragaggio del porto del valore di oltre 150mila euro. Hanno presentato la loro dichiarazione di interesse 12 ditte. Adesso, seguendo la normale procedura burocratica, saranno necessarie circa due settimane per far partire i lavori. Con il materiale faremo il ripascimento dei Bagni Marini, in parte a Varigotti e in parte a Finalmarina. Quasi certamente prevediamo di estrarre circa 10mila metri cubi dal porto, che verranno riutilizzati per il ripascimento arenili concordato nelle modalità con l’Associazione Bagni Marini. Quello del fondale del porto è un problema che sappiamo che c’è, ci lavoriamo da tempo, ma purtroppo siamo vincolati a tutta una serie di tempi tecnici”.

Mimmo Caruso ribadisce che una soluzione più a lungo termine consisterebbe nell’allungare il “pennello” di molo di ulteriori 60 o 70 metri, il che porterebbe nuovi introiti anche nelle casse di Finale Ambiente, perché si potrebbero realizzare nuovi posti barca.

In merito spiega l’assessore Guzzi: “Qualsiasi discorso strutturale è legato al piano particolareggiato del porto, già avviato ai tempi di Cervone e mai portato avanti dalle amministrazioni successive. Noi lo abbiamo ripreso in mano, ma siamo noi stessi vittima di una grande incognita: fino al 2020 il porto è nostro, mentre dopo non si sa che cosa succederà per via della Direttiva Bolkestein. L’obiettivo della nostra amministrazione è quello di chiudere in tempi brevi il piano particolareggiato. Fino a ora abbiamo potuto completare solo alcuni interventi di routine: scalette, bagni, dragaggio. Per quanto riguarda le importanti modifiche strutturali, abbiamo già dei validi progetti in mano, che tutti insieme costano quanto un unico dragaggio. Anche il nuovo direttore Silvio Ascoli ha dichiarato al suo insediamento che gli piacerebbe mettere mano su questi progetti per realizzare una importante riqualificazione, ma ribadisco che essa è vincolata al piano particolareggiato”.

Alberto Sgarlato

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