Attualità - 28 marzo 2018, 09:50

Davide Gottardello, il runner medico "angelo custode" della Maremontana: "Mi sono sentito la persona giusta al momento giusto"

Tra i partecipanti in gara, l'anestesista rianimatore di Busto Arsizio ha prestato i primi e decisivi soccorsi al concorrente colpito da malore poco dopo la partenza: un intervento provvidenziale che ha evitato una tragedia come quella che strappò alla vita Paolo Ponzo. Un nome nel destino proprio di Davide Gottardello...

Ci sono storie che mettono i brividi solo a raccontarle. Storie di emozioni forti che si intrecciano e che vanno al di là della semplice cronaca: storie che, inevitabilmente, non possono lasciare indifferenti. Una di queste è quella che ci lascia in eredità l'ultima edizione della Maremontana, il consueto appuntamento podistico in scena sui sentieri del loanese, una competizione che in passato purtroppo non ha fatto parlare solo di sport. Ed è forse da qui che inizia questa storia, da quella maledetta Maremontana del 2013 che strappò alla vita l'indimenticato Paolo Ponzo colto da un malore mentre stava gareggiando. Sì perché domenica scorsa, nell'edizione della Maremontana 2018, si è rischiato di rivivere lo stesso dramma e solo grazie alla provvidenziale presenza di un altro concorrente oggi siamo qui a raccontare un finale diverso. 

Nelle battute iniziali della corsa, un runner si accascia, sta male, scatta la richiesta d'aiuto. Da quelle parti però sta passando anche Davide Gottardello, in gara con il team 100% Anima Trail di Gavirate (Varese) ma soprattutto medico anestetista rianimatore, che non esita minimamente ad interrompere la sua gara e corre in aiuto dello sfortunato partecipante: "Sono partito come concorrente della 60 km - ha spiegato proprio Davide, che nella vita lavora all'ospedale di Busto Arsizio - al terzo km, all'inizio della salita, sono stato chiamato dai miei compagni di squadra che mi hanno subito riferito di questa persona che stava male. All'inizio pensavo si trattasse di un banale malore, ma poi quando ho capito che si trattava di un arresto cardiaco non ci volevo credere. Fortunatamente lì con me c'era anche un altro ragazzo che partecipava alla gara, Francesco Salvafondi, un ragazzo toscano infermiere di terapia intensiva con cui abbiamo iniziato le primissime manovre di rianimazione".

"Una volta giunta l'ambulanza, che aveva a disposizione un defibrillatore - ha proseguito Gottardello - siamo riusciti ad erogare due scariche e dopo la seconda il battito cardiaco ha ripreso la sua attività. Successivamente è giunta anche l'automedica che ha provveduto ad effettuare le manovre più avanzate". Manovre a cui Davide ha continuato a contribuire fino a quando la situazione è tornata sotto controllo, dopodiché ha ripreso il suo trail portandolo a termine in compagnia di Barbara, compagna di squadra che ha deciso di non lasciarlo da solo per tutta la durata del soccorso (circa un'ora).

Decisivo dunque il tempestivo apporto di Davide Gottardello: "Mi sono sentito la persona giusta al momento giusto - il suo pensiero - ogni tanto capita...". In serata l'aggiornamento sulle condizioni, fortunatamente in miglioramento, della persona aiutata.

Seppur già straordinaria però, la storia raccontata fin qui assume ulteriore valore per un motivo che ha quasi dell'incredibile e che si riallaccia con il nostro punto di partenza, la Maremontana 2013 finita, sfortunatamente, come tutti ricordiamo. A spiegarlo è ancora Davide: "Pochi anni fa, quando ancora non correvo, pascolavo lungo l’alta via dei monti liguri in solitaria, era giugno e in una tappa prevista mi sono fermato a dormire a Bardineto. Hotel due stelle. Unico e inatteso ospite a inizio stagione. Mi viene incontro una donna, l’albergatrice, e inizia a singhiozzare e poi a piangere a dirotto. Gli scarponi che indossavo erano uguali a quelli del marito Paolo che due mesi prima era morto lungo il percorso della Maremontana, a pochi km dall’arrivo! Da lì sono diventato come uno di quella famiglia, ho mangiato quello che avevano preparato per loro, ho conosciuto i tre figlioletti, lei mi ha raccontato come hanno scelto i loro tre nomi, assieme a Paolo, i progetti di ristrutturazione dell’albergo, poi li ho aiutati a montare il gazebo: mancava la mano di uomo per sollevarlo. Non dimenticherò mai quella serata! Poi due giorni fa è successo quello che sapete, e anche se fa parte del mio lavoro, la mia testa non smette di andar là col pensiero, e si accavallano riflessioni ed emozioni di vario genere. Mi sembra come se si fosse chiuso un cerchio, come se si fosse ribilanciato un equilibrio esageratamente e drammaticamente distorto. Come se al di là dei nomi, siamo parte di un universo in cui tutto è in relazione".

"Ecco - conclude infine Davide - per me Maremontana cambia slogan: non più dalla sabbia alla neve e viceversa, ma dalla vita alla morte, e viceversa". 

Un racconto emozionante e commovente, per quella che si potrebbe definire una fiaba dal lieto fine. Ma la cronaca, ahinoi, ci impone anche di raccontare che a margine della Maremontana 2018 ha perso la vita Davide Cesini, velista ed ex pallanuotista, giunto in Liguria per supportare un amico partecipante alla gara. Una tragica fatalità, una di quelle notizie che nessuno vorrebbe mai scrivere. Una di quelle notizie che ci deve aiutare a capire, sempre di più, l'importanza di storie come quella di Davide Gottardello e del suo intervento provvidenziale in una mattina di marzo, lungo i sentieri del loanese.

Roberto Vassallo