Enza Marino è un nome di tutto rispetto nel Comprensorio Finalese ed è già stata spesso protagonista sulle pagine di Savonanews. Bastano un paio di esempi: l’aver lanciato a livello nazionale tutto un universo sportivo “in rosa” con il suo progetto Wheels for Ladies (leggi QUI) e l’aver portato nei nostri comprensori uno dei più importanti seminari dedicati al rispetto per l’ambiente (leggi QUI).
E adesso? A che cosa sta lavorando Enza Marino? Il suo nuovo “piano di battaglia” (se così vogliamo chiamarlo) è “Into Outdoor” e, così come è abituata a lavorare Enza, anche questa volta si sta circondando di pochi amici, ma molto fidati, per realizzarlo.
Spieghiamo che cos’è Into Outdoor, anche se non è facile: dentro c’è praticamente tutto ciò che riguarda lo sport all’aria aperta. A Finale questo tema è da anni molto sentito: si è parlato spesso del problema della manutenzione dei sentieri e dell’uniformazione della segnaletica; si è parlato di normative legate alla sicurezza in caso di incidenti o infortuni; si è parlato degli sport all’aria aperta come volano di crescita per l’economia e come nuovo sbocco occupazionale per i giovani… Ecco: Into Outdoor è tutto questo e molto altro. Ma siccome Enza Marino è abituata a guardare al di là del presente, in un’ottica di prospettiva futura (“Wheels for Ladies”, per esempio, è una manifestazione di portata nazionale), anche in questo caso l’organizzatrice vuole spingersi oltre: non le interessa un discorso di collaborazione e regolamentazione per il solo Finalese, né per il Ponente Ligure, né a livello provinciale. Vuole che Into Outdoor consenta di tracciare una normativa regionale, riconosciuta da tutti, per imporre il “prodotto Liguria” in modo deciso e compatto a livello internazionale.
Prima di incontrare Enza Marino, impegnatissima tra mille telefonate ed e-mail alle quali rispondere, ci siamo intrattenuti a conversare amabilmente con alcuni dei suoi collaboratori, tutti concordi su un punto: “Finale oggi è sul tetto del mondo per quanto riguarda l’outdoor e rappresenta un’eccellenza riconosciuta ovunque. Ma bastano pochi passi falsi per crollare. Vogliamo mantenere questa posizione o vogliamo scendere in classifica? E siamo ancora capaci di gestire un fenomeno che sta crescendo in modo esponenziale per quanto riguarda la diffusione e la partecipazione? Secondo noi l’unica persona che ha preso a cuore il tema della gestione del territorio è Enza”.
Questo è quanto ne pensano i suoi “fedelissimi”, ma lasciamo ora la parola a lei: “Ho studiato da infermiera, ho lavorato come dirigente in comunità, sono stata istruttore di equitazione e ippoterapeuta oggi ho un titolo di istruttrice certificata dal CONI. Questo mio personale percorso di vita mi ha portato a vedere lo sport, il sociale, la salute, la sicurezza e la formazione come un tutt’uno. Ed è qui che intendo arrivare con Into Outdoor: se si continueranno, in zona, in provincia, in regione, a creare tanti piccoli ‘gruppuscoli’ che fanno tutti tutto, ma ognuno di testa sua, non si andrà mai da nessuna parte. Io invece penso che l’entusiasmo di pochi volontari e di tanti appassionati non basti più. È necessario fare sistema, stabilire chi fa che cosa. E questo vuol dire regolamentare la pulizia dei sentieri, uniformare le regole di primo soccorso (fondamentale! Chi si improvvisa eroe rischia di mettere a repentaglio vite umane e fare più danno che beneficio!), tracciare delle normative sulle compagnie e i servizi di shuttle, organizzare dei corsi, per chi a livello locale pratica questi sport, per chi fa parte della macchina organizzativa, dal punto di vista burocratico come da quello pratico, strutturare dei progetti che possano culminare in brevetti riconosciuti a livello regionale che attestano la competenza di chi opera”.
Conclude Enza Marino: “Un sogno? No, sento che posso farcela. Quando ho iniziato a pedalare, circa 15 anni fa, le donne biker erano una media di una su 100. In meno di 15 anni ho creato un fenomeno e l’ho portato in tour dalla Sicilia, a Bologna, ad altre zone d’Italia. Quando ho aperto la mia scuola RxM (Robe per Matti), senza neanche una sede ma come settore della polisportiva, ho iniziato a seguire i corsi del CONI, ho preparato i miei ragazzi, li ho forniti di dispense, ho insegnato loro le nozioni basiche di medicina necessarie a capire come cambia il corpo di un’atleta, ho insegnato loro come si smonta e si ripara una bici, ho insegnato il trailbuilding e adesso tra i miei allievi ne ho uno in Coppa del Mondo, alcuni in preparazione per gli Europei e alcuni che, crescendo, hanno fatto di questo settore un lavoro e stanno avendo i primi contratti di impiego. Quindi, anche con Into Outdoor, se troverò la collaborazione e la coesione che serve, potrò farcela. Potremo farcela tutti insieme”. Parola di Enza Marino.