Code ai seggi in vari Comuni della provincia. Desiderio incontrollabile degli italiani di andare a votare? Forse no. Più probabilmente la causa sembra imputabile ai nuovi "bollini antifrode", quelli introdotti con la nuova legge elettorale per evitare il voto di scambio.
In passato, infatti, si erano verificati in tutta l'Italia episodi di gente che arrivava con la scheda precompilata in tasca. Una volta in cabina, facevano sparire la scheda "buona" (quella consegnata dal presidente di seggio) e usavano per votare quella già pronta. Poi uscivano, mostravano la scheda reale in tasca e incassavano i soldi da chi li aveva corrotti per usare il documento pubblico precompilato.
Oggi, con la nuova tecnologia, questo non è più possibile: ogni scheda ha un codice alfanumerico unico e viene sigillata dal presidente di seggio con un tagliando adesivo che riporta lo stesso codice, per dimostrare l'ufficialità della scheda e, nel contempo, conservare la segretezza del voto.
Provvedimento legalmente ottimo, con qualche controindicazione, però: infatti il personale dei seggi deve ancora un po' prendere la mano alla nuova procedura e questo richiede tempo. E qualcuno chiede, tra il serio e il faceto, se "bisogna prendere il numerino" come al supermercato.
A Savona e a Vado Ligure i carabinieri hanno dovuto addirittura gestire il flusso di accessi ai seggi creando degli smistamenti tra i numerosi presenti.
Ad Albenga si sono registrate attese fino a un'ora e mezza per votare.
"Isole felici" sono invece i piccoli Comuni o le frazioni, dove al momento non si registra alcun tipo di disagio. Nel seggio di Ranzi, frazione di Pietra Ligure (in fotogallery), ad esempio, la situazione è scorrevole.