Politica - 16 febbraio 2018, 14:32

Parte da Finale Ligure la paura per la privatizzazione di TPL?

Simona Simonetti (Per Finale): "Il privato non è mai portatore di miglioramenti del servizio"

Tra i punti presenti all’Ordine del Giorno dell’ultimo consiglio comunale di Finale Ligure era presente questa voce: “Approvazione dello schema accordo di programma per la determinazione dei livelli di quantità e standard di qualità dei servizi di Trasporto Pubblico Locale (…) 2018-2027”.

Simona Simonetti, capogruppo Per Finale, descrive così questo tema: “Un ordine del giorno grigio, fumoso, che di fatto non dice nulla, ma che mi auguro non voglia nascondere una volontà di privatizzazione della TPL. Ricordiamoci, infatti, che i dipendenti di questa azienda di trasporti il 5 febbraio hanno scioperato proprio per scongiurare questa minaccia.

Spesso il servizio pubblico non funziona a causa di una gestione troppi anni affidata agli ‘amici degli amici’, ma ricordiamoci che il privato non garantisce mai il miglioramento del servizio. E personalmente sono stufa che sempre più spesso, in vari settori, dai trasporti alla sanità, si parli del privato come la panacea di tutti i mali. Ricordiamoci che il pubblico non deve fare reddito, mentre il privato non è un benefattore, è un’impresa su libero mercato che punta al guadagno. Guadagno che non comporta mai, guarda caso, il taglio degli stipendi dei vertici, ma semmai dei dipendenti, la cassa integrazione, la riduzione dei servizi, l’abbassamento della qualità generale”.

Conclude Simonetti: “E personalmente mi sembra anche strano che chi si candida per amministrare la cosa pubblica, in qualsiasi schieramento si ponga, poi inneggi al privato. È una palese contraddizione”.

Replica il sindaco Ugo Frascherelli: “Purtroppo ci troviamo di fronte a una situazione tutt’altro che facile. La verità è che i due soci maggioritari del servizio, cioè il Comune di Savona e la Provincia di Savona, non sono più in grado di sostenere i costi. La provincia a più riprese ha offerto ai singoli comuni di rilevare le sue quote, ma in questi tempi così difficili chi se lo può permettere? Pertanto mi auguro che questa delibera serva almeno a mantenere l’esistenza del servizio, che altrimenti rischia di non poter nemmeno proseguire”.

Alberto Sgarlato