Politica - 16 febbraio 2018, 14:12

La replica del sindaco a ViviAndora: "Hanno lasciato i nostri figli per anni in pericolo e ora gettano fango"

Demichelis: "Noi facciamo quello che promettiamo, senza nascondere perizie nel cassetto"

Dichiarazione del sindaco di Andora, Mauro Demichelis, in merito al comunicato inviato agli organi di stampa da Viviandora e riguardante l’inaugurazione della scuola Benedetto Croce di via Cavour.

Viviandora dovrebbe vergognarsi. Prima di tentare di screditare una così importante opera pubblica, dovrebbe spiegare agli andoresi perché, con grande superficialità, Franco Floris ha permesso ai nostri figli di andare a scuola per anni in un edificio insicuro, di cui si conosceva la potenziale fragilità, anche in caso di terremoto di lieve entità, certificata da una perizia realizzata nel 2003. Persino nel 2012, quando la scuola fu evacuata per il movimento anomalo registrato in concomitanza al terremoto dell'Emilia Romagna, nessuno è stato toccato dal dubbio che si dovessero approfondire i controlli.

Questa Amministrazione ha rimediato ad una pesante eredità che arrivava dal passato. Viviandora batte il record del ridicolo quale unica opposizione al mondo che contesta alla maggioranza di aver fatto “presto e bene”. Che l’apertura della scuola, dopo soli sei mesi di lavori, fosse un evento eccezionale è evidente a tutti. Solo a Viviandora può sembrare strano che un sindaco pretenda che un’opera pubblica sia completata entro i termini stabiliti, per essere al più presto al servizio dei cittadini che l'hanno pagata.

Ridicolo tentativo di coprire il fallimento politico di una compagine che ha amministrato per 20 anni Andora e che, alla sicurezza dei nostri figli, ha preferito investire pari risorse per ristrutturare Palazzo Tagliaferro. Per non parlare della logora rete fognaria e dell’acquedotto, trascurata come tutte le strutture sportive alle quali noi oggi stiamo mettendo mano.

Viviandora si rassegni. Questa Amministrazione ha preso un impegno importante e l'ha mantenuto. La scuola è pronta. Il trasloco può esser fatto in qualsiasi momento. I docenti e le famiglie hanno ritenuto di rimanere nella sede provvisoria della Sacra Famiglia per non perdere giorni di scuola e condizionare negativamente la didattica, mantenuta ineccepibile fino ad ora.  Questa è la dimostrazione che, anche all’opposizione, quelli di Viviandora continuano a vivere lontano dagli andoresi.

Vorrei ricordare che il rispetto dei tempi era necessario per assicurare ai cittadini e alla Prefettura adeguati spazi per i cinque seggi delle Elezioni politiche del 4 marzo e per evitare che ad Andora le delicate operazioni di voto si svolgessero nei container, dove certamente sarebbero finiti anche i ragazzi se non si fosse proceduto velocemente con la ristrutturazione.

Se poi vogliamo parlare di costi, allora parliamo anche di quelli che avrebbe pagato l’economia locale se, come avrebbe voluto  Viviandora, si fosse realizzata una scuola nuova in un’altra zona, con tempi di costruzione lunghissimi e costi esorbitanti. Abbiamo potenziato l'iniziale investimento annunciato per rimediare ad un grave problema strutturale e per procedere ad un totale rinnovo del plesso.

Solo Viviandora  può contestare un'opera che doveva fare e non ha fatto, una festa con cui abbiamo presentato agli studenti, ai docenti e ai cittadini, attraverso i media, la nuova scuola alla cui inaugurazione  i giornalisti sono stati invitati con un semplice messaggio. Quel giorno il Comune non ha scritto alcun comunicato né scattato foto, perché fortunatamente nel mondo reale l'apertura di una scuola a rischio crollo, rinnovata in pochi mesi, fa ancora notizia.

A chi ci contesta vizi, rispondiamo di avere certamente una virtù: fare ciò che promettiamo, senza nascondere perizie e problemi nel cassetto. Mentre Viviandora ha sempre il medesimo obiettivo: fare da paravento con dichiarazioni audaci al presidente onorario, ex sindaco di questo comune, che, se vuole candidarsi, sarebbe il caso che ci mettesse la faccia, senza tastare il terreno con deliranti polemiche prive di ogni fondamento reale”.   

c.s.