I lavoratori dell’azienda Asset Water Tecnology Italia di Altare a braccia conserte davanti alla sede della Provincia per uno sciopero di 4 ore, in attesa di notizie positive dall’incontro a Palazzo Nervi tra una rappresentanza e i sindacati ricevuti dalla presidente Monica Giuliano per discutere della difficile situazione aziendale in quanto sembra che l’unità produttiva venga delocalizzata in un’altra realtà territoriale con il rischio che si trasferisca persino all’estero.
L’azienda del gruppo tedesco Brita che produce dispensatori d’acqua, fornisce lavoro a 50 dipendenti i quali chiedono chiarezza dopo l’incontro della scorsa settimana con il sindaco di Altare e un ulteriore sciopero di 3 ore.
“È presente una situazione di effettiva difficoltà, la delocalizzazione, a detta del management aziendale, è dovuta dall’impossibilità di trovare delle soluzioni logistiche della nuova unità produttiva. Visto che non è stato fatto tutto quanto per garantire un futuro produttivo e occupazionale di questa azienda sul territorio abbiamo iniziato a sensibilizzare le istituzioni” spiega Andrea Mandraccia, segretario generale Fiom Cgil.
“Abbiamo contattato l’assessorato allo sviluppo economico perchè ritengo doveroso e importante convocare l’azienda in Regione Liguria, per illustrargli quelli che sono gli elementi puntuali del percorso di area di crisi complessa - spiega la presidente della Provincia Monica Giuliano - Noi abbiamo portato a casa degli strumenti importanti ed è giusto che le aziende possano usufruirne, ritengo che sia paradossale che un’azienda in espansione decida di andare altrove in un’altra regione. Non solo qua ci sono le aree ma è un dovere e diritto nei confronti dei lavoratori, prossima settimana l’incontro regionale servirà anche per capire i veri intendimenti della società”.
“Gli strumenti per rimanere qui ci sono, se le ragioni sono di altra natura lo devono dire chiaramente e non accampare scuse. Vogliamo dare (insieme alle altre realtà industriali presenti sul territorio) rilevanza a una vertenza che vede 50 lavoratori rischiare il posto di lavoro e concentrarsi sull’importanza che può avere mantenere l’industria ad Altare o nelle zone limitrofe” continua Mandraccia.