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Eventi | 05 febbraio 2018, 12:44

Savona, alla Ubik l'esposizione di una lettera originale di Cesare Pavese

Da martedì 6 febbraio fino al 31 marzo

Savona, alla Ubik l'esposizione di una lettera originale di Cesare Pavese

Da martedì 6 febbraio fino al 31 marzo presso la libreria Ubik di Savona, sarà possibile vedere l'esposizione del manoscritto originale di Cesare Pavere. Una lettera scritta dal confino e rivolta a una parente savonese.  

"...Ma se si dovesse vivere col solo buon senso non ne varrebbe più la pena, il mondo sarebbe troppo noioso. Mentre è bello che il mondo somigli a una gabbia di matti. Io ho la pazzia malinconica e poetica, un altro ce l'ha furiosa; un terzo, passionale..."La lettera originale di Pavese esposta alla Ubik appartiene al periodo del confino a Brancaleone Calabro, e porta la data del 18 dicembre 1935. A maggio infatti lo scrittore (che allora aveva 27 anni) era stato sospettato di frequentare il gruppo di intellettuali aderenti a “Giustizia e Libertà” a contatto con Leone Ginzburg, e venne trovata, tra le sue carte, una lettera di Altiero Spinelli detenuto per motivi politici nel carcere romano. Accusato di antifascismo, Pavese venne arrestato e incarcerato dapprima alle Nuove di Torino, poi a Regina Coeli a Roma e, in seguito al processo, venne condannato a tre anni di confino a Brancaleone Calabro dove visse in esilio per 6 mesi.

Davide Lajolo nel libro “Il vizio Assurdo” introduce questa lettera con queste parole: “il 17 dicembre Pavese ha la notizia che “Lavorare stanca” vedrà la luce. Ecco i suoi pensieri in proposito e la sua promessa, vincolata agli attacchi d'asma, per l'invito che gli è stato rivolto di fare domanda di grazia…”

Pavese, quindi di fronte all'invito della parente savonese di chiedere la grazia, risponde così (eludendo la censura): "...A questi lumi di luna, i suoi consigli non sono però da pigliarsi alla leggera. Quando sarò arrivato a sei accessi d'asma (sono già a quattro) Le prometto che ritornerò su quanto Lei mi scrisse. Va bene?...

"La destinataria Irma Sini, (da nubile Peluffo) era nata a Savona nel 1898. Trasferitasi poi a Torino aveva sposato Luigi Sini, fratello di Guglielmo (entrambi citati nel testo) marito di Maria Pavese, sorella dello scrittore. In pratica Irma e Maria erano cognate. Irma Peluffo Sini, rimasta vedova e senza figli nel 1961, è deceduta a Torino nel 1975. Questa lettera è stata trovata da una nipote che vive a Savona tra le pagine di un libro appartenuto proprio alla zia.

c.s.

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