L’atteso regolamento europeo sulle misure tecniche è stato approvato oggi dalla plenaria di Strasburgo. Si tratta delle norme che stabiliscono come e dove i pescatori possano pescare, e il loro scopo principale è quello di garantire la sostenibilità delle risorse e delle attività economiche legate alla pesca.
“Troppo spesso i pescatori hanno percepito le norme europee come lontane e onerose da un punto di vista amministrativo – ha dichiarato l'europarlamentare Renata Briano, relatrice ombra del dossier per il gruppo S&D -. Oggi il Parlamento europeo ha dimostrato di voler cambiare pagina, puntando sul modello regionale, nel quale le decisioni vengono prese con il coinvolgimento di coloro ai quali sono destinate, vicino a chi vive di mare ogni giorno”.
Attualmente le misure tecniche sono contenute in oltre 30 differenti regolamenti e atti dell’Unione: tale complessità e frammentazione grava sui pescatori, che da anni chiedono una radicale semplificazione. Renata Briano, vice presidente della Commissione Pesca, ha sempre sostenuto che le misure tecniche rappresentassero l’occasione per tradurre nella pratica il principio della regionalizzazione, così come previsto “sulla carta” dalla politica comune della pesca.
“Questo regolamento – ha spiegato l’eurodeputata - è uno dei più rilevanti di questa legislatura nell’ambito della pesca. Ci sono voluti parecchi mesi prima di arrivare al voto in plenaria. L’estrema complessità del dossier ha richiesto lunghe negoziazioni in Commissione Pesca. Non è stato facile, ma si è trovato un equilibrio che vale la pena difendere”.
I soggetti interessati dalle misure tecniche nell’Unione europea sono oltre 80 mila pescherecci, 98% dei quali sono microimprese, con quasi 100 mila addetti a tempo pieno.