Savona - 07 gennaio 2018, 05:00

Il Mistero del Grandalbero: 'Il caso è chiuso Ispettore Cardo Gobbo!'

Dopo dieci mesi e nove intriganti capitoli, è arrivato finalmente il momento di leggere il gran finale de “Il Mistero del Grandalbero”

Dopo dieci mesi e nove intriganti capitoli, è arrivato finalmente il momento di leggere il gran finale de “Il Mistero del Grandalbero”, in quest’ultimo appuntamento domenicale a firma di Fata Zucchina, la prima Fata Agricola italiana. Un lungo viaggio ha condotto l’Ispettore Cardo Gobbo e i suoi amici ortofrutticoli verso un inaspettato messaggio…

(TRATTO DAL LIBRO, “Il Mistero del Grandalbero 

Capitolo 9: Il caso è chiuso, ispettore Cardo Gobbo!”)

Sir Tartufo parlò, stavolta, senza alcun linguaggio criptato:
- Cari amici, da molto tempo il nostro pianeta è malato. Pensate all’inquinamento atmosferico da smog e polveri sottili; al grande problema dell’acqua, dallo scioglimento dei ghiacciai alle contaminazioni, dalla siccità agli sprechi; e ancora, all’inquinamento dei rifiuti, alla deforestazione e ai cambiamenti climatici. Tutto questo rappresenta una continua minaccia per l’ambiente e per la nostra stessa sopravvivenza, e accade nell’indifferenza di buona parte delle persone. Per questo ho deciso di intervenire personalmente - E proseguì risoluto - Con le mie missive segrete, ho orientato le indagini nella convinzione che, facendovi incontrare, avreste saputo far tesoro delle vostre diversità e trovare la forza per sconfiggere la nube nera. Essa altro non è che la somma di tutte le sofferenze che gli esseri umani stanno infliggendo alla Terra, presi dall’egoismo, dalla paura, dall’incuria e dalla superficialità.

L’Ispettore e il resto della compagnia ascoltavano con attenzione le parole tuonanti di Sir Tartufo, orgogliosi dell’eroica impresa portata a termine.
- Il Grandalbero, la cui storia si perde nella leggenda, è stato colpito perché simbolo e custode della ricchezza del nostro patrimonio ambientale, ecologico e naturale, che noi chiamiamo: biodiversità - E aggiunse - Il bimbo addormentato sotto l’albero, è il simbolo di una nuova coscienza, che potrà curare e guarire il mondo. Presto si sveglierà e dovremo insegnargli a crescere secondo un nuovo stile di vita, in equilibrio e armonia con noi e con la nostra Casa comune, la Terra. Sir Tartufo non aveva mai parlato così a lungo in tutta la sua esistenza, meno che mai alla luce del sole. L’Ispettore e i suoi nuovi amici rimasero ammutoliti di fronte a queste rivelazioni.

Nel frattempo, il bimbo ai piedi del Grandalbero sorrise nel sonno, coccolato dal ronzio delle api, finalmente tornate a vegliare sul benessere della Natura. Questo fu colto da tutti come l’inizio di una nuova era. Il giorno dopo, c’era aria di festa a Portacomaro Stazione. L’Ufficio IGP aveva infatti deciso di finanziare la prima edizione del Festival della Natura, aperta a chiunque volesse partecipare alla celebrazione della ritrovata serenità. Ad arrivare furono in tanti: direttamente dal Paniere della provincia di Torino, a bordo di un tandem colorato, giunsero il nobile Asparago di Santena, diretto discendente della dinastia dei Cavour, e il Cavolfiore di Moncalieri, che per l’occasione indossò un ricco manto di foglie verdi. Li seguiva a ruota il Topinambur di Carignano, reduce da una regata tra il Po e il Tanaro, con una splendente collana di girasoli al collo. Non poteva certo mancare la Rapa di Caprauna, desiderosa più che mai di finire a mollo nella tinozza di bagna caòda* dell’Ispettore, tanto decantata dalla sua amica Zucchina Trombetta. Acclamati dalla folla, fecero in ne il loro ingresso i nostri amici. Fu una festa memorabile.

Il dj Cece Merella - dalla carica strabiliante e dal talento sopraffino - suonò alla consolle no all’alba, mentre il catering dei Fratelli Peperò servì migliaia di menù bagna’ ‘nt l’euli*.L’Ispettore Cardo Gobbo si guardò intorno soddisfatto. Aveva trovato dei nuovi amici, ognuno con le sue peculiarità, e tutti avevano offerto il loro aiuto come fossero stati una cosa sola, per portare a termine con successo la complicata missione. D’altronde, un acino da solo non ce la fa, se non ha il sostegno di un grappolo. Stanco, ma felice, si sedette infine ai piedi del Grandalbero, liberando un enorme sbadiglio.
- Che relax! Che pace! - disse. E, chiudendo gli occhi, aggiunse tra sè - Ho ancora un sogno in sospeso che mi aspetta...

Termina quest’oggi la rubrica che per 40 domeniche dell’anno in corso ha animato questo spazio con le tante ricette “Favolate” di Fata Zucchina, tra cucina, salute  e felicità, oltre all’avvincente viaggio sul territorio nei nove capitoli ricchi di suspence tratti dal giallo green di Renata Cantamessa, “Il Mistero del Grandalbero”. E poi?
LA DOMENICA CON FATA ZUCCHINA tornerà il 14 gennaio con nuove VIDEO-RICETTE da 5 minuti per tutta la famiglia, i nuovi Bugiardini musicali e tanti VIDEO-CONSIGLI BENESSERE in collaborazione con l’Area Prevenzione e Salute della Regione Piemonte! 

Per leggere lo scorso episodio della rubrica, clicca qui:

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Torino Oggi:

Savonanews:

Sanremonews:

Dove si può acquistare il Bilibro?

Per scoprire tutti i contenuti del bilibro di Renata Cantamessa (alias Fata Zucchina) “Il Mistero del Grandalbero – Ricette Favolate di Fata Zucchina”, si può acquistare su Arabafenicelibri.it (http://bit.ly/2nAOXAp), presso tutti i negozi Coop o ordinandolo alla propria libreria di fiducia.

Quanto costa? A chi sono destinati i proventi della vendita?

Il prezzo è di 10€. I proventi raccolti dalla vendita (2€ a libro) saranno donati in Piemonte a favore del progetto F.A.T.A. di Fuoriterapia Assistita con Animazione dell’Ospedale Infantile “Regina Margherita”, in collaborazione con l’Associazione Onlus “La Collina degli Elfi” di Govone d’Alba. Il ricavato di Liguria e Lombardia sarà rispettivamente devoluto all’Ospedale “Gaslini” di Genova e alla Fondazione “De Marchi Onlus” di Milano.

Scorri al fondo della pagina per consultare la scheda di presentazione del libro.

Contatti

E-mail: renata@fatazucchina.eu

Sito web: www.fatazucchina.net

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Chi è Renata Cantamessa?

Giornalista di carta stampata e web, autrice e conduttrice radio-televisiva, doppiatrice di cartoon, ghostwriter e project-manager, cresce professionalmente nel settore della cooperazione. Opera in modo trasversale su comunicazione e multimedia-marketing, con specifica attenzione attorno ai temi strategici dell’agroalimentare, della territorialità, del benessere e della sostenibilità. Oltre al mondo della cooperazione e dell’agricoltura (ortofrutta in primis), collabora attivamente con la GDO-Grande Distribuzione Organizzata italiana, la Sanità Pubblica (Asl territoriali), l’Università degli Studi di Torino, gli Istituti di Istruzione Superiore a indirizzo agrario-alberghiero e con l’USR-Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte, con un coinvolgimento sulla progettazione dell’attività formativa di alternanza scuola-lavoro. Dal 2013 veste la “nuova identità” di Fata Zucchina, da lei creata e impersonata come icona moderna del Food&Wealth (Health + Welfare) per divulgare nuovi modelli di integrazione e consumo nella relazione tra persone e territorio.

Chi è Fata Zucchina?

E’ la prima “fata agricola” italiana, proposta come modello smart di avanguardia al femminile, per ricordare che le donne possono essere un importante veicolo di innovazione in agricoltura. Un omaggio diretto a quell’oltre 70% di lavoro agricolo che - nel mondo - è realizzato da generazioni di donne rurali. Ma non solo: la “bacchetta magica” di Fata Zucchina – ovvero la sua divulgazione attraverso progetti che diventano rubriche, come “Il Bugiardino di Fata Zucchina”- si rivolge per antonomasia al settore primario, come snodo centrale di una “nuova economia”. C’è dunque l’Agricoltura con l’iniziale maiuscola al centro del cuore di questa fata rurale, cioè quel Made in Italy fatto di terra variegata, mani laboriose e grandi intelligenze, che ha bisogno di tornare a simpatizzare con le famiglie e di giocare con i bambini, accendendo la loro voglia di fare, di immedesimarsi e costruire; educandoli a trattare i frutti della terra come nuovi “amici” e a seminare una felicità fatta di beni relazionali, tradizione e innovazione.

Illustrazione di Daniela Raineri  

Renata Cantamessa