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Attualità | 29 dicembre 2017, 07:47

Slitta l'incontro Piaggio, non le preoccupazioni: "Dell'azienda non rimarrà quasi nulla"

Giacobbe e Basso: "L'azienda ribadisce di voler cedere Motori e manutenzione civile e dichiara di valutare eventuali partnership"

Slitta l'incontro Piaggio, non le preoccupazioni: "Dell'azienda non rimarrà quasi nulla"

L'incontro Piaggio slitta (a causa di un problema di salute del rappresentante Mise l'incontro che si sarebbe dovuto tenere oggi a Milano è stato spostato al prossimo 2 gennaio), ma non "slittano" le preoccupazioni.

Affermano gli onorevoli Anna Giacobbe e Lorenzo Basso: "Nei giorni scorsi Piaggio Aero ha annunciato di avere approvato il nuovo Piano Industriale quinquennale, che “si pone l’obiettivo di assicurare nel lungo termine la stabilità finanziaria e operativa del business” con “un’iniezione di liquidità pari a 255 milioni di euro, per sostenere i bisogni finanziari della società”.

Sembrerebbe un’ottima notizia, il segnale da tempo atteso che l’azionista sta tornando a fare quello che è il compito di una proprietà che ha a cuore la propria azienda.

Ma di quale realtà industriale si sta parlando? Dopo le azioni annunciate, non rimarrà infatti quasi nulla della Piaggio che conosciamo. Solo un ramo d'azienda che si pone l'obiettivo di progettare e forse un domani produrre un nuovo prodotto.

L’azienda infatti non solo ribadisce la sua decisione unilaterale di “cessione delle attività relative a Motori e manutenzione civile” ma dichiara che è stata definita “una nuova strategia di produzione e commercializzazione per il turboelica civile P.180 Avanti, che non esclude la valutazione di potenziali opportunità di partnership”. Una parte della produzione su cui è stata esercitata da parte del Governo la “Golden power”, in vista di garantire gli interessi strategici del nostro Paese nel caso di una cessione, evidentemente, anche di questo business.

Il piano industriale, quindi, si concentra solo “sul programma P.1HH Hammerhead” e su “un accordo con Leonardo per rafforzare la partnership industriale nel settore difesa e sicurezza”.

“Il Piano Industriale porterà a una profonda trasformazione di Piaggio Aerospace” dichiara l’Azienda: non c’è dubbio, ma con quali garanzie per gli interessi del nostro Paese? Non solo dal punto di vista strategico della sicurezza e della difesa, ma anche dell’altrettanto strategico aspetto della salvaguardia del patrimonio industriale e professionale che sino ad oggi solo l’integrità dell’azienda è stata in grado di preservare, nelle tante vicende che Piaggio ha attraversato in questi decenni.

Il CEO di Piaggio Aerospace, ha affermato che questo piano è un risultato congiunto degli sforzi di Piaggio Aerospace e di tutti i suoi principali stakeholder: i dipendenti e le organizzazioni sindacali, l’azionista, i partner strategici tra cui Leonardo, il Governo Italiano”

Un “risultato congiunto”? Le Organizzazioni dei lavoratori hanno accolto “la notizia della ricapitalizzazione come un passo positivo e fondamentale per poter parlare del futuro dell’azienda e dei lavoratori nel territorio nel quale Piaggio è radicata”. Il ripianamento del debito annunciato dall’azienda è considerato “sicuramente una buona notizia, così come è importante e strategico l’accordo con Leonardo” e la ricapitalizzazione e la ristrutturazione del debito è vista come passo fondamentale che salva l'azienda dal dover portare i libri in tribunale.
Ma a proposito del nuovo Piano Industriale, le organizzazioni sindacali hanno sottolineato che i programmi di cessione ed i progetti di partnership sono argomenti inesplorati dai Lavoratori e dalla loro rappresentanza e che nelle scelte annunciate dall’azienda non vedono “motivazioni industriali conseguenti al programma di trasferimento (nel nuovo stabilimento di Villanova d’Albenga) ed agli impegni assunti nel 2014 (compresa la salvaguardia occupazionale di tutti coloro che lavoravano nel sito di Genova)”. 

Il ‘nuovo’ piano industriale è in forte contrasto con ciò che era stato concordato nel 2014 e, secondo dichiarazioni dei rappresentati sindacali dei lavoratori “rischia di consegnare progetti, produzione e lavoratori ad un futuro sempre più incerto”.

Le società di consulenza che hanno assistito l’azienda nel processo di ristrutturazione del suo indebitamento affermano che “il processo di ristrutturazione è basato su un piano industriale, ai sensi dell’art. 67 della legge fallimentare”. Come potrà il piano industriale essere oggetto di discussione, di negoziato sindacale, se non semplicemente nei dettagli applicativi?

Su nostra iniziativa il Parlamento si è occupato a più riprese dello stato e delle prospettive di Piaggio, per sostenere e sollecitare il Governo nell’assunzione di scelte che non portassero allo smembramento dell’azienda e che garantissero il mantenimento dell’occupazione e il radicamento delle produzioni nel territorio ligure. Sostegno avvenuto negli anni da parte dello Stato italiano grazie alle importanti risorse fornite a questa realtà produttiva dalla legge 808, dagli ammortizzatori sociali e dalle molteplici commesse di veicoli.

È quindi necessario che l’azienda risponda almeno a questa semplice domanda: quali produzioni, in quali stabilimenti e quanti addetti resteranno dopo la “profonda trasformazione” di Piaggio?

Ed al nostro governo chiediamo: perché non coinvolgere Leonardo nella presa in carico dell’intera Piaggio (dai motori alle manutenzioni, dal P180 al P1.HH) poiché si tratta di un’azienda totalmente in linea con la mission di Leonardo e tutte queste attività sono considerate strategiche per lo Stato Italiano come dimostra l’esercizio della Golden Power?

Confermiamo tutte le nostre preoccupazioni e siamo in attesa di risposte convincenti agli interrogativi che abbiamo sollevato e alle richieste dei sindacati dei lavoratori di entrare nel merito delle scelte aziendali e delle loro conseguenze sul futuro di Piaggio.

Mara Cacace

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