Attualità - 28 dicembre 2017, 14:00

Legittimità delle ordinanze anti botti. I sindaci del territorio decideranno di emanarle?

Intanto possiamo dire che nel ponente savonese (Andora, Alassio e Albenga) quest'anno non avranno una ordinanza anti-botti sebbene in alcuni comuni forse si fa affidamento sul senso civico, il buon senso e, magari sulla vecchia ordinanza.

Si avvicina Capodanno e con esso la tradizione dei fuochi artificiali. A parte gli spettacoli pirotecnici organizzati dai comuni, esiste la “questione” dei petardi già in vendita in numerose attività commerciali e pronti per essere esplosi spesso anche da ragazzini o addirittura bambini.

Proprio contro questi e per motivi di sicurezza e incolumità pubblica (ogni anno il bollettino dei feriti a causa di botti inesplosi o mal funzionanti non manca di segnare “vittime” in tutta Italia) molti sindaci, anche in provincia di Savona, avevano emesso le “famose” ordinanze anti-botti.

Se è vero che praticamente nessuno le ha revocate da allora e quindi risulterebbero ancora in vigore in molti comuni, in realtà è altrettanto vero che il loro carattere di periodicità vorrebbe le varie amministrazioni adoperarsi per nuove ordinanze, ma ci saranno?

Oltre alle scelte "politiche" di opportunità o meno in capo ad ogni amministratore il "dubbio" nasce sulla legittimità stessa di tali ordinanze.

La battaglia contro le ordinanze che vietano i fuochi d’artificio durante le feste di fine anno era partita da alcuni commercianti e dal Sindacato nazionale degli operatori pirotecnici.

Con circolare n. 0018798 del 09 dicembre 2016 il Ministero dell’Interno, si è espresso in materia,ponendo diversi limiti alle stesse.

Quali sono le motivazioni per cui i “botti” possono essere vietati (leggi articolo su targatocn)?

Uno dei motivi per cui è possibile vietare i “botti” è l'assenza del marchio CE: nel caso non fosse presente sugli articoli, questi sarebbero quindi considerati non conformi, quindi illegali e andrebbero vietati, per garantire la sicurezza personale e pubblica.

Il “divieto” può inoltre essere imposto se occorrono situazioni contingibili e urgenti, considerati extra-ordinem: essendo quindi straordinarie devono riportare una data di inizio e fine di limitazione. Le amministrazioni comunali che avrebbero imposto il divieto in modo permanente non si concilierebbero dunque con le necessarie caratteristiche di urgenza.

Il Prefetto Caterino di Rovigo, aveva presentato una lettera ufficiale indirizzata alle Autorità e al Sindacato Nazionale Operatori Pirotecnici, in cui evidenzia la situazione, citando anche una decisione del Tar Liguria che, nel novembre 2015 ha stabilito che "l'adozione di una ordinanza contingibile e urgente sussiste se con congrua motivazione a prevedere l'impossibilità di fronteggiare l'emergenza con i rimedi ordinari". Ma essendo i “botti” eventi che si verificano ogni anno nel periodo di festività natalizie, non sarebbero considerati, secondo il Prefetto Caterino, una situazione extra-ordinem.

Infine tutte le misure del genere devono essere comunicate preventivamente ai singoli Prefetti, che rappresenta l'autorità competente nel vietare gli articoli pirotecnici. Botti si o botti no? Chissà quanti “appassionati” resisteranno dall'accendere almeno un petardo, una fontanella o un articolo pirotecnico.

Intanto possiamo dire che nel ponente savonese (Andora, Alassio e Albenga) quest'anno non avranno una ordinanza anti-botti sebbene in alcuni comuni forse si fa affidamento sul senso civico, il buon senso e, magari sulla vecchia ordinanza.

Mara Cacace