Politica - 22 dicembre 2017, 15:28

Finale Ligure Viva: "Meglio rinviare l'imposta di soggiorno al 2019 per consentire alle strutture di organizzarsi"

Il movimento civico: "C'è ancora tanto lavoro da fare sul territorio prima di chiedere soldi ai turisti. Tutto questo senza dimenticare che già l'IMU è molto alta"

Finale Ligure Viva: "Meglio rinviare l'imposta di soggiorno al 2019 per consentire alle strutture di organizzarsi"

In questi giorni, in tutta la provincia di Savona, uno dei temi più "caldi" e maggiormente dibattuti nei vari consigli comunali è l'imposta di soggiorno.

A Finale Ligure, dopo la seduta di consiglio di ieri, il movimento civico di Finale Ligure Viva vuole sottolineare alcuni aspetti: "Alla fine, se proprio imposta di soggiorno dovrà essere, in quanto siamo di fronte a un progetto regionale, chiediamo almeno che il comune di Finale domandi una deroga per avere la possibilità di rinviarne l'introduzione al 2019. Domandiamo questo, pur sapendo che il 2018 sarà un anno ancora sperimentale per questa tassa, perché ci rendiamo conto che per chi gestisce gli alberghi e le altre strutture ricettive si tratta di una trasformazione non certo di poco conto e che richiederà il tempo necessario per adeguarsi".

Prosegue Finale Ligure Viva: "Abbiamo comunque osservato la linea di altri comuni vicini, come ad esempio Borgio Verezzi, a noi confinante, e di altri esponenti politici del territorio, come l'alassino Marco Melgrati, e ci sentiamo di rispecchiare le loro posizioni contrarie all'imposta. Prima si realizza un progetto, si abbellisce una città, si migliora l'offerta, e solo dopo si possono chiedere soldi al turista. Nello specifico caso finalese pensiamo alle buche nelle strade, alle zone ancora esondabili, a tanti sentieri in abbandono dei quali abbiamo più volte denunciato le condizioni, dal Monte di Pia a San Bernardino e non solo. C'è ancora tanto lavoro da fare".

Conclude Finale Ligure Viva: "Tutto questo senza dimenticarci che Finale ha una IMU tra le più alte della provincia ed essa, in un certo senso, per i possessori di seconde case, è già in parte assimilabile a una tassa di soggiorno. Per cui prima cerchiamo di ridurre la pressione fiscale e in seconda battuta valutiamo l'introduzione di altre imposte".

A. Sg.

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