Una protesta pacifica per dire ancora una volta no all’ordinanza firmata dal sindaco di Savona Ilaria Caprioglio, che vieta l’espletamento delle funzioni corporali per i cani in alcune aree centrali della città (nei portici di via Paleocapa, la parte pedonale di Corso Italia e Piazza Mameli): una vera e propria “dogs invasion” che concluderà il suo viaggio in piazza Sisto IV.
È questa l’iniziativa promossa dall’Enpa, che chiama a raccolta i proprietari di cani per la giornata di domani: alle 16.00 in piazza Vacciuoli partirà il corteo - dopo il brindisi di Natale “canino” offerto dal negozio Temide su iniziativa della titolare Alice Beltrame - che giungerà nella centrale piazza savonese dove si potrà firmare la petizione promossa dal Comitato Aree Canine e dall’Enpa.
Nel frattempo, la protezione animali risponde alle affermazioni del sindaco di Savona sul “vademecum per proprietari di cani della Cassazione”:
“La Protezione Animali è stupita dalle affermazioni del sindaco di Savona sul “vademecum per proprietari di cani della Cassazione”, che non trova riscontro nella precisa lettura della sentenza 7082 del 2015 (che, ad ogni buon conto rende disponibile), se non quello che tutti, animalisti e non, proprietari di cani e non, pensano, cioè, come scrive la stessa Cassazione “ridurre il più possibile il rischio che i cani possano lordare i beni di proprietà di terzi” e che invece non scrive da nessuna parte che “.. è bene portarsi dietro una bottiglietta d’acqua per pulire”.
La suprema Corte precisa invece che “ è però anche un dato di comune esperienza che, per quanto l’animale possa essere bene educato, il momento in cui lo stesso decide di espletare i propri bisogni fisiologici è talvolta difficilmente prevedibile trattandosi di un istinto non altrimenti orientabile e, comunque, non altrimenti sopprimibile mediante il compimento di azioni verso l’animale che si porrebbero al confine del maltrattamento nei confronti dello stesso” .
Ed inoltre “non sempre le autorità locali sono in grado di predisporre luoghi appositi ove gli animali possano espletare i loro bisogni fisiologici e comunque non può essere escluso che gli animali decidano – con tempi e modalità che non è possibile inibire – di espletare tali bisogni altrove o prima del raggiungimento dei luoghi a ciò deputati”.
Nella fattispecie il proprietario del cane era stato denunciato, subendo così tre gradi di giudizio, dal proprietario del palazzo per dolo o dolo eventuale per non essere riuscito ad impedire che l’animale facesse pipì contro il suo muro, insinuando addirittura di averglielo lasciato fare intenzionalmente; ma la Cassazione ha pienamente assolto il padrone del cane condannando il litigioso ricorrente anche a pagare le spese processuali e del suo avvocato”.