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Attualità | 18 dicembre 2017, 11:34

Papa Francesco esorta l’USPI: “La vostra voce, libera e responsabile, è fondamentale per la crescita di qualunque società che voglia dirsi democratica”

Presente anche il nostro gruppo editoriale con la direttrice Barbara Pasqua

Papa Francesco esorta l’USPI: “La vostra voce, libera e responsabile, è fondamentale per la crescita di qualunque società che voglia dirsi democratica”

Sabato 16 dicembre 2017, nella Sala Clementina affollatissima di persone, Papa Francesco ha ricevuto, in udienza riservata, gli editori associati di USPI e FISC.

Più di 400 persone, tra cui anche il Nostro gruppo editoriale con la direttrice Barbara Pasqua, alle quali il Pontefice ha rivolto parole di stimolo e apprezzamento per la funzione sociale e educativa svolta sui rispettivi giornali, cartacei e online. Francesco ha esortato i piccoli editori di USPI e FISC a perseguire e attuare una informazione meno massificata e meno soggetta alla pressione delle mode, tanto passeggere quanto invadenti.

Riportiamo il discorso del Papa:

«Cari fratelli e sorelle,
do il mio benvenuto a voi, rappresentanti delle circa tremila testate giornalistiche edite o trasmesse, sia in forma cartacea sia in quella digitale, da medie e piccole imprese editoriali e da enti e associazioni no-profit, e ringrazio don Giorgio Zucchelli per le cortesi parole rivoltemi a nome vostro. Voi avete un compito, o meglio una missione, tra le più importanti nel mondo di oggi: quella di informare correttamente, di offrire a tutti una versione dei fatti il più possibile aderente alla realtà. Siete chiamati a rendere accessibili a un vasto pubblico problematiche complesse, in modo da operare una mediazione tra le conoscenze a disposizione degli specialisti e la concreta possibilità di una loro ampia divulgazione.

La vostra voce, libera e responsabile, è fondamentale per la crescita di qualunque società che voglia dirsi democratica, perché sia assicurato il continuo scambio delle idee e un proficuo dibattito basato su dati reali e correttamente riportati.
Nel nostro tempo, spesso dominato dall’ansia della velocità, dalla spinta al sensazionalismo a scapito della precisione e della completezza, dall’emotività surriscaldata ad arte al posto della riflessione ponderata, si avverte in modo pressante la necessità di un’informazione affidabile, con dati e notizie verificati, che non punti a stupire e a emozionare, ma piuttosto si prefigga di far crescere nei lettori un sano senso critico, che permetta loro di farsi adeguate domande e raggiungere conclusioni motivate. In questo modo si eviterà di essere costantemente in balia di facili slogan o di estemporanee campagne d’informazione, che lasciano trasparire l’intento di manipolare la realtà, le opinioni e le persone stesse, producendo spesso inutili “polveroni mediatici”.

A queste esigenze la media e piccola editoria può rispondere più facilmente. Essa possiede, nella propria impostazione, salutari vincoli che la aiutano a generare un’informazione meno massificata, meno soggetta alla pressione delle mode, tanto passeggere quanto invadenti. Essa infatti è geneticamente più legata alla sua base territoriale di riferimento, più prossima alla vita quotidiana delle comunità, più ancorata ai fatti nella loro essenzialità e concretezza.

Si tratta di un giornalismo strettamente connesso alle dinamiche locali, alle problematiche che nascono dal lavoro delle varie categorie, agli interessi e alle sensibilità delle realtà intermedie, che non trovano facilmente canali per potersi adeguatamente esprimere.

Partecipano a questa logica anche i settimanali diocesani iscritti alla Federazione Italiana Settimanali Cattolici (FISC), di cui ricorre in questi giorni il 50° anniversario. Essi possono rivelarsi utili strumenti di evangelizzazione, uno spazio nel quale la vita diocesana può validamente esprimersi e le varie componenti ecclesiali possono facilmente dialogare e comunicare. Lavorare nel settimanale diocesano significa “sentire” in modo particolare con la Chiesa locale, vivere la prossimità alla gente della città e dei paesi, e soprattutto leggere gli avvenimenti alla luce del Vangelo e del magistero della Chiesa. Questi elementi sono la “bussola” del suo modo peculiare di fare giornalismo, di raccontare notizie ed esporre opinioni. I settimanali diocesani, integrati con le nuove forme di comunicazione digitale, rimangono pertanto strumenti preziosi ed efficaci, che necessitano di un rinnovato impegno da parte dei Pastori e dell’intera comunità cristiana e della benevola attenzione dei pubblici poteri. Si avverte l’urgente bisogno di notizie comunicate con serenità, precisione e completezza, con un linguaggio pacato, in modo da favorire una proficua riflessione; parole ponderate e chiare, che respingano l’inflazione del discorso allusivo, gridato e ambiguo.

E’ importante che, con pazienza e metodo, si offrano criteri di giudizio e informazioni così che la pubblica opinione sia in grado di capire e discernere, e non stordita e disorientata. La società ha inoltre bisogno che il diritto all’informazione venga scrupolosamente rispettato assieme a quello della dignità di ogni singola persona umana coinvolta nel processo informativo, in modo che nessuno corra il rischio di essere danneggiato in assenza di reali e circostanziati indizi di responsabilità.

Non bisogna cadere nei “peccati della comunicazione”: la disinformazione – cioè dire soltanto una parte –, la calunnia, che è sensazionalistica, o la diffamazione, cercando cose superate, vecchie, e portandole alla luce oggi: sono peccati gravissimi, che danneggiano il cuore del giornalista e danneggiano la gente.

Per tutti questi motivi è dunque auspicabile che non venga meno l’impegno da parte di tutti per assicurare l’esistenza e la vitalità a questi periodici, e che vengano tutelati il lavoro e la dignità del suo compenso per tutti coloro che vi prestano la loro opera. A conclusione di questo nostro incontro vorrei incoraggiare tutti voi, membri dell’USPI e della FISC, a continuare con impegno e fiducia il vostro lavoro; e invito la società civile e le sue istituzioni a fare il possibile perché la media e piccola editoria possa svolgere il suo insostituibile compito, a presidio di un autentico pluralismo e dando voce alla ricchezza delle diverse comunità locali e dei loro territori.

A voi qui presenti e alle vostre famiglie, come a tutti coloro che prestano servizio nell’ambito delle vostre testate, imparto di cuore la mia benedizione e rivolgo il mio augurio per il Natale ormai vicino. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me.
Grazie!».

Nel portare il saluto dell’USPI e della FISC, don Giorgio Zucchelli, Presidente USPI, ha sottolineato: “Siamo tutti operatori della comunicazione sociale. Sappiamo che oggi l’opinione pubblica viene formata proprio dai mass media e sentiamo questa grande responsabilità sulle nostre spalle. Siamo anche piccoli editori e il nostro impegno,  e il nostro orgoglio, è quello di tener vivi, il pluralismo democratico e la libertà di espressione che rischiano di essere condizionati dai grandi network nelle mani di pochi”

Il presidente USPI ha, inoltre, chiesto al Papa “una benedizione e un incoraggiamento per il nostro lavoro, oggi più difficile, per la crisi” che “ha provocato e provoca la chiusura di tante testate, purtroppo anche di quelle delle diocesi”.

Redazione

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