Il 7 novembre 2017 si è tenuto un incontro tra Filcams Cgil e il Gruppo Grancasa, composto dalla Grancasa S.p.A., Mercatone di Desenzano S.r.l. e Mercatone dell’Umbria S.r.l., finalizzato a proseguire il confronto a fronte della situazione che stanno le imprese del Gruppo.
Riferisce Sandro Pagaria Filcams Cgil Nazionale: “I responsabili aziendali hanno ribadito che la situazione continua a presentare ulteriori cali di fatturato, determinando la capacità di rifornimento della merce, producendo l’aggravarsi della condizione, registrando un -18,2% nei primi 10 mesi del 2017, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno".
Analizzando la situazione aziendale riferisce Pagaria: "Nello specifico, al netto del così detto settore del “Mobile Codificato” in cui la perdita di attesta al 5,3%, tutti gli altri settori registrano un calo del fatturato che oscilla dal 13,8% del “Mobile Codificato” fino a raggiungere il 37,2% del settore “Persona”. Grancasa ha dichiarato che ha avviato delle trattative volte all’affitto di alcuni rami di azienda come misura per evitare che la situazione arrivi ad un punto di non ritorno”.
“La proprietà è arrivata alla determinazione che per il futuro vuole concentrarsi solo con il settore con cui ha iniziato all’origine dell’avvio della sua attività, ovvero il “Mobile”, riconoscendo la necessità di affidare a soggetti più specializzati gli altri settori merceologici presenti nei punti vendita. Inoltre ci è stato riferito che si stanno svolgendo alcune trattative e ad oggi qualcuna si trova in uno stato avanzato rispetto l’affitto dei rami di azienda del “Brico”, Sport” e “Profumeria e Infanzia”, vedendo interessati complessivamente 166 dipendenti".
Continua Sandro Pagaria: “Infine, nonostante è ancora attivo il Contratto di Solidarietà, l’azienda ha comunicato, visto l’aggravarsi della situazione economica finanziaria, la necessità di intervenire sull’attuale livello occupazionale, ipotizzando un esubero pari a circa 200 persone”.
“Come OO.SS., nel prendere atto di quanto esposto dall’impresa rispetto alle informazioni sull’andamento del Gruppo, abbiamo dichiarato insufficienti gli interventi ipotizzati, manifestando tutte le nostre perplessità, rigettando immediatamente l’ipotesi di addossare al costo del lavoro le motivazioni della crisi in cui versa l’impresa, evidenziando che negli ultimi anni abbiamo richiesto che ci fosse un piano industriale serio con l’individuazione di azioni strutturali individuando figure professionali in grado di poter trovare soluzioni precise sia dal punto di vista commerciale sia dal punto di vista organizzativo. Rispetto alle operazione di affitto di rami di azienda, le riteniamo solo delle misure volte a tamponare la difficoltà di liquidità che impedisce la corretta relazione per l’approvvigionamento - conclude - Abbiamo chiuso l’incontro comunicando che informeremo i lavoratori attraverso le assemblee, per capire che tipo di iniziative mettere in campo. Infine, chiediamo ai territori di darci un riscontro tempestivo degli esiti delle assemblee".