Solidarietà - 10 novembre 2017, 16:00

Finale Ligure: A Tonino Scafuro il “Premio Renato Testa”. “La mia vita è dedicata ai giovani”

Un riconoscimento pensato per coloro che si impegnano a favore della comunità

Tonino Scafuro (Foto di Salvatore Donnarumma)

Torna anche quest’anno il premio intitolato alla memoria di Renato Testa, l’ingegnere tragicamente scomparso l’8 ottobre 2013 sulla via Aurelia a Pietra Ligure, forse per un malore alla guida. Il riconoscimento, fortemente voluto dalla famiglia, vuole ricordare questo professionista stimato e benvoluto in tutto il Finalese. La cerimonia di consegna del premio si svolgerà sabato prossimo, alle 15.30, nella Sala Gallesio di Finalmarina.

Il vincitore di quest’anno, che tanto sta dando e continua a dare alla comunità di Finale Ligure, è Tonino Scafuro, 62 anni, della Consulta del Volontariato. Insegnante di sostegno presso l’Istituto Giovanni Falcone di Loano, Scafuro è sempre stato attento ai bisogni dei giovani, dedicando gran parte del suo tempo all’assistenza di ragazzi con gravi disabilità. Sensibile ai delicati temi dell’adolescenza, ha organizzato diverse iniziative per giovani in difficoltà: dai corsi per dj e vocalist, giovani&web, imparo a lavorare, sporchiamoci le mani, ai vari progetti sociali ed educativi per far emergere il loro talento. Scafuro è l’uomo che con pazienza e grande manualità ha allestito le varie postazioni con i pianoforti del progetto #FinaleFreeMusic ed è abile anche nella tecnica dello “stone balancing”, un esercizio di concentrazione e autocontrollo mediante il posizionamento di pietre in equilibrio.

Come commenta Tonino Scafuro, persona tanto attenta e disponibile per gli altri, quanto schiva di glorie nella vita, questo riconoscimento?

“Quando ho saputo del premio ho provato una forte gioia: con Renato ho condiviso moltissimi progetti pensati per coinvolgere i giovani e valorizzarli in base ai loro talenti. Vorrei che questo premio più che a me fosse dedicato a mia moglie, perché quello che faccio nel mondo del volontariato è tutto tempo che non dedico alla famiglia.

Ho dedicato una vita ai giovani e soffro quando sento la gente che li etichetta come fannulloni e delinquenti, soffro in modo profondo. Non è affatto così, i giovani hanno il diritto di essere ascoltati, di crescere e talvolta anche di sbagliare, perché fa tutto parte del loro percorso. E tanti ragazzi che ho seguito in progetti oggi li vedo realizzati e questa per me è la più grande grande vittoria.

Il mio premio è dedicato a tutti loro: ai giovani e alla mia famiglia, che pur rimproverandomi questo essere sempre all’opera 24 ore su 24, al tempo stesso mi sostiene e crede in me”.

Alberto Sgarlato