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Attualità | 06 ottobre 2017, 11:32

Il presidente di Aisom Stefano Vergani spiega il "rischio di impresa"

Aisom rappresenta non solo un’Associazione per le imprese, ma una risposta alle esigenze delle imprese per tutelarne gli interessi e dare risposta ai bisogni di efficienza ed efficacia contro gli imprevisti di settore

Il presidente di Aisom Stefano Vergani spiega il "rischio di impresa"

Le imprese rappresentano un sistema in continua evoluzione, che muta nelle dimensioni e nelle combinazioni di risorse in relazione all’ambiente circostante. Oggi vogliamo affontare insieme al Presidente di Aisom, Stefano Vergani, la tematica del rischio d'impresa. In un periodo in cui l'incertezza domina ogni momento dell’operare di tutte le imprese, qualunque sia l’oggetto che ne caratterizza la funzione strumentale, Aisom rappresenta non solo un’Associazione per le imprese, ma una risposta alle esigenze delle imprese per tutelarne gli interessi e dare risposta ai bisogni di efficienza ed efficacia contro gli imprevisti di settore.

Aisom è una risorsa strategica per conoscere i problemi a cui possano andare incontro le imprese e insieme ad esse determinare precisi interventi, per dare ricchezza al territorio a cui appartengono. Il concetto di rischio è, spesso, di difficile comprensione in quanto raramente assume uguale significato in situazioni d’azienda apparentemente simili però, con l'aiuto di Vergani cercheremo di configurarne l'identikit". 

Che cos'è il rischio d’impresa e da cosa è causato?

"L'impresa è un percorso continuo da affrontare giorno dopo giorno che richiede continui aggiustamenti di rotta per le direzioni che si vogliono raggiungere. Non è facile condensare in poche parole il "rischio" di impresa, esiste ogni giorno, per fatti interni all'azienda ed anche fatti esterni. Sovente le imprese hanno buoni progetti e buone dotazioni per raggiungere i propri target, ma possono capitare fattori " esterni " che ne condizionano il perseguimento". 

"La buona conduzione dell'azienda ( anche indipendentemente da fattori straordinari come : un crac internazionale, una legge che rialza improvvisamente i tassi...o un sisma o un alluvione ) deve necessariamente essere legata alla capacità costante di chi guida le strategie dell'impresa...con gli strumenti ( risorse, finanza, infrastrutture, obiettivi,..) che ne delineino il proprio corso". 

"Ci sono molti imprenditori con grandi idee, con ottime intuizioni e capacità, ma poi nel tempo si perdono nella incapacità ( a volte la non volontà ) di gestire ciò che hanno creato. La cosa che spessissimo porta alla rovina le aziende è la convinzione che essi - per bravi che siano stati - siano " eterni" nel non sbagliare si sentano indispensabili ed insostituibili". 

"Altra ragione del fallimento ( ed indipendentemente dalle scelte familiari e le dinastie più o meno in grado di rilanciare l'idea del fondatore ) è la scarsissima capacità a scegliere le persone giuste. Sbagliare nella scelta ( e gli imprenditori - che sono incredibili nelle idee iniziali - sono tipici in questo ) vuole dire dare il colpo di inizio ( o di fine ) dell'avventura dell'azienda. Oppure, la scarsa fiducia nelle persone anche quando sono quelle giuste".

Che differenza c'è tra rischio generico, specifico, patrimoniale ed extra patrimoniale?

"Certamente SI! Come nella risposta precedente l'imprenditore dovrebbe essere come il Capitano di una nave che sente le responsabilità del suol ruolo. Sa della sua capacità di condurre la nave come nessuno lo può fare ma non può fare tutto da solo, ha bisogno di una organizzazione dove i compiti siano chiari e precisi, di come l'organizzazione debba girare alla stessa  velocità e nell'armonia anche nei momenti difficili ( una tempesta, una avaria, un ostacolo imprevisto, tutte cose che nel tragitto di una nave nell'oceano possono capitare)".

"Ecco, il Capitano assennato deve saper conoscere le criticità e sapere come affrontarle.  Bisogna essere preparati. Il dramma dell'imprenditoria italiana media è che parallelamente alla creatività, all'impegno, la dedizione e tutte le qualità che il mondo ci invidia l'imprenditore poi non è mediamente in grado ( o non vuole perché teme di perdere il controllo ) ed inevitabilmente poi ci casca nel peggiore dei casi di organizzare e programmare crescite o decrescite organizzative. Sovente non pianifica e prova a gestire gli imprevisti pensando di riuscire a farcela sempre ma non sempre ci riesce e quando ciò accade è sempre nei momenti meno indicati".

Come gestire il rischio di impresa?

"L'imprenditore dovrebbe guardarsi allo specchio ogni giorno e cercare di cambiare pelle ogni giorno. E' come nell'evoluzione delle specie, se non ti adegui a  ciò che intorno sta cambiando, rischi di estinguerti. La prima cosa che ogni imprenditore dovrebbe fare è perdere l'arroganza dell'onnipotenza e dell'onniscienza. Il fatto che fino ad ieri avevi una azienda ricca, in salute e tu un semi Dio nuovo vuole dire che lo sarai anche domani". 

"L'immenso impero romano ha dominato il mondo antico con la sua potenza soverchiante, eppure si è sfaldato in poco tempo perchè non ha saputo cambiare e rozze e sparute popolazioni barbariche, senza gli strumenti militari e l'organizzazione romana, sfruttando la concomitante sorte di problemi interni, ha incrinato  (prima) e distrutto (poi) una istituzione apparentemente invincibile". 

"Ecco, ogni giorno allo specchio provare a sentirsi imperatori di un impero di successo e porsi la domanda, le domande sul domani. Un buone esercizio ( anche da soli ma meglio con appropriate competenze  ed apporti esterni ) è di provare a studiare e pensare alle specifiche azioni legate agli scenari in movimento. Un po' quello che si impara nelle tattiche e nelle strategie militari: i piani B,C, D". 

"Altra cosa importante è: studiare ed appropriarsi di conoscenze anche non consuete. Ai miei associati imprenditori, che non toglierebbero mai la testa dalle macchine, le manovie, il controllo della produzione, dico sempre: andate agli eventi quelli necessari e con equilibrio e pensate, ascoltate, perchè la linea produttiva dell'azienda la conoscete già bene da sempre e le vedete tutti i giorni, ma se non andate ad imparare anche fuori dal vs. guscio, rimarrete dei gran produttori ma anche dei gran somari. Del resto...lo diceva un grande del teatro: gli esami non finiscono mai...".

Cosa è invece il Risk Management?

"Il Risk Management è una attività di prevenzione e preparazione ad accadimenti che possono mettere in difficoltà l'azienda e possono essere:

a) finanziari (c'è una necessitò di denaro e non sappiamo come farvi fronte). Una sanzione improvvisa la necessità di un investimento imprevisto per poter lavorare, un acquisto imprevisto di materie prime

b) commerciali (c'è un problema di vendite e non abbiamo previsto come gestirlo). Ad esempio: un embargo in uno o più paesi dove potremmo avere serie ripercussioni sul fatturato, vedi caso Formaggi italiani in Russia

c) acquisti (il fornitore primario che non riesce più a soddisfare le nostre necessità e ci mette in crisi perchè non sappiamo come sostituirlo causando gravi ripercussioni - ed a volte anche penali per le mancate forniture)

d) risorse (si perde una o più risorse strategiche e non si riesce a sostituirle adeguatamente perchè non si è stati in grado di prevedere la possibile uscita, magari per poche centinaia di euro di stipendio)

e) assicurative (furti o danni vari che causano all'azienda 3 volte il costo di una fornitura non erogata o erogata con difettosità)

f) problemi informatici (con la crescita dell'informatizzazione nelle aziende, le stesse non hanno mediamente previsto i tanti problemi in caso di indisponibilità di tali sistemi. Personalmente ho visto chiudere aziende floride in pochi mesi perchè non avevano salvataggi adeguati, procedure e sistemi alternativi e risorse adeguate)

g) legislativi (qualora escano leggi nazionali e non, che direttamente od indirettamente possano causare seri problemi alle aziende)". 

"Il Risk Management, partendo dal guardarsi tutte le mattine allo specchio, richiede adeguati spazi di analisi e di gestione ed anche una buona dose di consapevolezza che tutto questo non può non avere un costo. Poco o tanto, sono investimenti imprescindibili. Ogni imprenditore che non investe in queste cose è già sulla strada della sconfitta.. Quante volte imprenditori hanno ritenuto questi investimenti meri costi, spese non prioritarie, se non addirittura inutili e la maggior parte di loro li ho visti poi piangere amaramente sui loro gravi errori di valutazione".

Quando si parla del controllo finanziario del rischio a che cosa ci si riferisce?

"La finanza di una azienda non si basa sollo sulla previsione di spesa amministrativo - contabile delle presunte uscite  ( costo del lavoro, energia, materie prime, fornitori vari ) e delle presunte entrate ( vendite ), si basa spesso sugli imprevisti legati a 1000 fattori che in ogni momento possono causare alle aziende problemi di diversa entità e sforzi di diverso impegno. Al di là delle previsioni quotidiane - appunto - ogni azienda dovrebbe pensare a scenari di facile accadimento, di possibile accadimento e di raro ( ma ancora possibile accadimento)". 

"Dovrebbe pianificare per ogni strategia aziendale e di ogni processo a tale accadimento, stilando alcune priorità e sapendo che potrebbero invertirsi i fattori. Su questo primo tableau de "bord", possono poi valutare la pericolosità ed il livello dei rischi divenuti realtà e pesarli finanziariamente. Per tutte le aziende che invece esportano merci e servizi, il controllo del rischio finanziario va allargato al discorso delle valute, dei rischi legati alle forniture, al rischio " paese" ( per instabilità politiche, razziali, religiose,..) al rischio legato a catastrofi ed eventi naturali, anche qui con l'avvedutezza informativa che magari non assicura al 100% , ma occupandosene comunque si abbassa la percentuale di rischio".

cs

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