Non si placano le polemiche in Liguria scaturite dall’articolo del quotidiano britannico “The Guardian”, che avrebbe addirittura “osato” affermare: “Il pesto ligure è più nocivo di qualsiasi hamburger preso in un fast-food”. Del resto, si sa, ai liguri due cose non bisogna assolutamente toccare: la mamma e il pesto. E se sulla genitrice si può, in sporadiche circostanze, chiudere a malincuore un occhio, sul pesto no. Il pesto è sacro.
E mentre la politica si lancia in proclami, controffensive e smentite di vario tipo, dal governatore della Liguria Giovanni Toti, che promette “vasetti omaggio” alla redazione del Guardian con l’intento di far cambiare idea ai giornalisti (leggi QUI), a Lara Comi (Forza Italia), che annuncia di voler organizzare una cena a base di pesto (leggi QUI), nessuno ha pensato a interpellare gli unici veri depositari a livello mondiale di questa tradizionale ricetta.
Loro si chiamano i Cavalieri della Confraternita del Pesto, possiedono un atto di fondazione depositato con rogito notarile il 20 maggio del 1992 e hanno un regolare Statuto nel quale si legge, tra le altre cose, che “Scopo principale della Confraternita è la valorizzazione e la conservazione delle caratteristiche gastronomiche, tipiche, antiche e costantemente tradizionali del Pesto nei suoi ingredienti di base” (articolo 2) e che “La Confraternita del Pesto accetta con piacere nuovi Paladini purché si sentano autentici e convinti sostenitori della difesa del Vero Pesto Genovese e delle genuine tradizioni liguri”.
Abbiamo quindi contattato la Confraternita per chiedere un parere sulla vicenda. Ci dice Pietro Attilio Uslengo, attuale presidente della Confraternita del Pesto: “Il Guardian mi sembra di ricordare che sia lo stesso che ha detto che il prosecco rovina i denti. Sono soltanto bufale. Sono scoop basati sul nulla giusto per far parlare la gente. Il basilico è un’erba aromatica, l’aglio è un antibiotico naturale, l’olio extra vergine di oliva è un alimento riconosciuto da chiunque come sano, tutti gli ingredienti del pesto non sono soltanto genuini ma addirittura terapeutici. Io ho 87 anni – conclude Uslengo - e non ho fatto altro che mangiare pesto tutta la vita. Le sembro forse in cattiva salute? Tragga lei le conclusioni”.