Discorso del Presidente di Regione Liguria Giovanni Toti
Come sempre in queste occasioni ci si prepara all’emozione che si proverà e si porta un discorso scritto e cesellato con i collaboratori, ma oggi vedo questo panorama e dopo aver assistito alle celebrazioni di ieri, credo sia meglio lasciare spazio a quanto provato in queste ore: il discorso rimarrà agli atti dei nostri amici frati, non alla storia, che qui è molto più importante.
Intanto grazie ai molti Sindaci della Liguria e a tutti coloro che sono venuti nelle delegazioni dei Comuni e sono davvero tanti e credo sia questa la prima emozione: vedere tante fasce tricolori che hanno attraversato l’Italia per essere qui, per un momento importante, anche di incontro istituzionale che supera la leale collaborazione che si deve tra Istituzioni.
Credo sia per questo una giornata dal profondo significato, non solo cristiano e cattolico, ma anche istituzionale e civile.
È dal 1997 che Regione Liguria non partecipa all’offerta dell’olio: quello è stato un anno difficile per queste terre e me lo ricordo bene, perché nell’altra mia professione, prima di fare il governatore, quella di giornalista, il mio primo incarico importante, è stato quello di raccontare quelle giornate.
Ricordo i camion, dove ora la Rai segue questa splendida giornata, raccontare, allora, il crollo delle volte della Basilica Superiore; così come ricordo la statua della Vergine sopra la Porziuncola tremare, sotto le scosse del terremoto. Oggi tornare qui, dopo tutti questi anni e trovare tutto ricostruito, credo sia il segnale della tenacia e della determinazione, ma anche della capacità e del lavoro.
Vedere tremare e crollare monumenti religiosi e monumenti civili, come il Torrino di Foligno quell’anno, sembrava la fine della nostra civiltà e invece siamo ancora qui, più forti e più determinati di prima, grazie al lavoro sapiente di chi ha saputo ricostruire.
Quello stesso lavoro che c’è dietro l’olio di Liguria che abbiamo donato oggi: un lavoro faticoso. La Liguria, come l’Umbria, è infatti una terra dove lavorare spesso non è facile, come spesso non lo è in Italia. E allora quell’olio vuol significare, non solo la devozione, ma anche la fatica di tante persone che hanno contribuito a far crescere quelle olive e che intorno al loro faticoso lavoro hanno costruito vite e famiglie.
L’ultima cosa, rileggendo le opere di Francesco io credo che ci accomuni in Liguria un’etica asciutta ed essenziale. Qualcuno dice che i liguri sono tirati, ma io credo siano più essenziali che tirati. La stessa essenzialità che ritroviamo nel linguaggio di Francesco, quel linguaggio che è tanto importante in quanto semplice: tanto è rimasto alla storia nel cuore di tante persone, quanto ha saputo penetrarlo perché privo di orpelli, dritto alla sua funzione, al suo compito, quello di smuovere le coscienze, di tendere all’assoluto, ma di saper perdonare anche noi peccatori.
Credo che, se un significato laico si può dare a questa giornata, è quello di donare alla politica, talvolta piena di orpelli, astrusa e incomprensibile, un po’ di quella semplicità che ha portato Francesco nel cuore di tanta gente, sperando che la semplicità di linguaggio e di ragionamento sia anche l’essenza stessa della buona politica del domani.
Grazie ancora all’opportunità che avete offerto alla mia Regione.