Di lui numerosi registi hanno detto: “Ha un volto che sa essere molto simpatico o molto antipatico, in base alle esigenze”. Già questo bellissimo attestato di stima sarebbe una valida prova delle capacità attoriali di Manuel Zicarelli, 30enne di Pietra Ligure in questo momento a fianco di Gianni Morandi nella fiction Mediaset “L’isola di Pietro”. Ma certamente i telespettatori si saranno accorti da soli di quanto Zicarelli sappia essere poliedrico, sentendolo di volta in volta parlare con lieve inflessione sarda, toscana, ligure, siciliana in base a dove erano ambientate le storie che interpretava.
In realtà nella vita Manuel è un giovane semplice e timido e prova quasi imbarazzo nell’ammettere che le prime due puntate (su sei totali) della fiction di punta di Mediaset, che segna il grande ritorno sugli schermi di Gianni Morandi come attore, hanno fatto dei picchi di ascolto tra i 4 e i 4,5 milioni di spettatori, superando persino uno dei “colossi” della Rai come Fabio Fazio. Ammette Zicarelli: “Mediaset ha creduto molto in termini di promozione, sia sui social sia a livello di cartellonistica, per l’Isola di Pietro. Il mio ruolo è di antagonista, quindi una figura estremamente affascinante, come tutti i cattivi. In linea di massima interpretare ruoli negativi è più affascinante, perché ti costringe a scavare a fondo di te stesso, a cercare qualcosa che non sei. Io infatti mi sento una persona buona. E poi mi sono affezionato a questo ruolo, l’ho letteralmente sposato, perché si svolge a Carloforte, una città nota come ‘la terra dei liguri in Sardegna’, perché fu fondata dai genovesi, quindi ho lavorato per dare al mio personaggio una cadenza che fosse un po’ ligure e un po’ sarda al tempo stesso, per riprodurre quell’accento e quel dialetto caratteristici di quelle zone”.
Finita questa bella esperienza con Morandi sarà un Carabiniere ligure trasferito in Sicilia, agli ordini della bella e brava Vanessa Incontrada nella fiction “Il capitano Maria”, in onda su Rai 1 per la regia di Andrea Porporati. Ma in realtà la vita artistica di Manuel Zicarelli inizia con il teatro e in giovanissima età: quando era bambino, tra i 10 e i 12 anni, aveva già lavorato a fianco di un grandissimo nome come Pippo Delbono in varie opere tra cui “Itaca: il viaggio, la guerra, il volo” (rappresentata anche in teatro a Pietra Ligure) o “Enrico V”. A 19 anni il suo provino al Teatro Stabile di Genova, dove ha svolto gran parte del suo percorso artistico: Manuel aveva portato un passo tratto dal suo amato Harold Pinter e “A Livella” di Totò, in dialetto napoletano. Nel cinema una grande esperienza con Luigi Lo Cascio in “La città ideale”, esordio alla regia del celebre attore. Essendo Lo Cascio un attore-regista, Zicarelli ha avuto il difficile compito di fare da “stand in”, una figura poco usata nel cinema italiano ma importantissima, ad esempio, in America: in pratica Manuel ha girato tutte le scene di Lo Cascio prima di lui per consentirgli di lavorare sulle inquadrature. Oltre, naturalmente, ai ciak del proprio personaggio.
A una persona con un curriculum così è impossibile non chiedere qualche consiglio per chi vuole diventare un bravo attore: “Non esistono consigli – ci risponde – diventare attore dev’essere un’urgenza che esplode dentro, un bisogno di comunicare e trasmettere qualcosa. Il vero attore non è il mito che sfila sul red carpet, ma è quello che quando si mimetizza tra la gente ti passa accanto senza farsi riconoscere e che lavora duro e con serietà sui propri personaggi, scavando nella propria interiorità per farli suoi”.
Quindi, nella vita di Zicarelli, più cinema, teatro o tv? “Non esiste una cosa che preferisco, vorrei non dover rinunciare a nessuna di queste realtà. E, anche se vedo che il futuro vedrà gli spettatori sempre più orientati verso soluzioni pay per view, in televisione e su internet, io amo ancora il cinema vissuto al cinema, un ambiente che ti avvolge in un contesto speciale e ti restituisce un’arte così come era stata inizialmente pensata”.
E, riflettendo su queste parole, non dimentichiamo che Zicarelli è anche autore e regista: “Ho scritto e diretto “Ho bisogno di te”, lungometraggio di 75 minuti nato come pièce teatrale e realizzato per il cinema praticamente a costo zero, per il quale mi sono circondato di vere proprie eccellenze provenienti dalla Liguria: l’operatore di ripresa Marco Placanica, di Cairo Montenotte, già noto come regista, l’assistente operatore Francesco Pulze, noto fotografo, ed il direttore della fotografia Marino Lagorio, anch’egli già noto come regista e insegnante. Ma in realtà anche in questo caso si è trattato di un’urgenza di comunicare, per cui per adesso preferisco focalizzarmi nei ruoli di attore che mi sono stati assegnati, se un domani tornerò a essere autore e regista saranno le circostanze a invitarmi a farlo, per ora non ci penso. E anche se il mio lavoro mi porta spesso a Milano o a Roma, tutte le volte che posso torno nella mia Pietra Ligure, per tenere i corsi di improvvisazione e di ricerca alla scuola di teatro ‘Il Barone Rampante’ di Borgio Verezzi e per rilassarmi in una città che sento mia, meno stressante e frenetica e più a misura d’uomo”.