"E’ un momentaccio per l’assessore regionale alla caccia Mai, e non solo per la caccia… Nei giorni scorsi aveva risposto “picche”, come al solito, alla richiesta di Enpa e delle altre associazioni animaliste ed ambientaliste di sospendere la stagione venatoria per le eccezionali condizioni meteoclimatiche e gli incendi." affermano i volontari
"E’ ora arrivata la richiesta ufficiale dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, l’organismo che, per legge, ha il compito di impartire alle Regioni istruzioni vincolanti per la disciplina della caccia. Secondo Ispra, i dati meteoclimatici indicano che l’anno in corso è stato caratterizzato da una situazione decisamente critica, con temperature massime molto elevate e lunghi periodi di siccità, che ha determinato in tutta Italia un grave stress in molti ecosistemi ed è stata aggravata sia dall’impressionante numero di incendi sia dalla superficie percorsa dal fuoco (+260% rispetto alla media del decennio precedente - dati European Forest Fire Information System - EFFIS)."
"Ciò comporta, secondo Ispra, “una condizione di rischio per la conservazione della fauna in ampi settori del territorio nazionale, con conseguenze, nel breve e nel medio periodo, sulla dinamica di popolazione di molte specie” (anche a causa del “maggior dispendio energetico per raggiungere le ridotte fonti idriche”), sul successo riproduttivo e sull’aumento della mortalità. A questo vanno ad aggiungersi altri fattori, tra cui l’impoverimento della disponibilità alimentare per la fauna (sia per le specie che si nutrono di bacche, semi e insetti, sia per quelle erbivore) e il rischio di fenomeni di anossia per gli ecosistemi acquatici."
Di fronte a un tale quadro, Ispra ha scritto a Governo e regioni chiedendo di mettere in atto numerosi specifici provvedimenti:
- Sospensione dell’addestramento ed allenamento dei cani fino al ristabilimento delle condizioni climatiche;
- Divieto di caccia da appostamento finché rimarrà il deficit idrico;
- Posticipo ad ottobre della caccia nelle zone umide agli anatidi ed agli altri uccelli acquatici;
- Limitazioni temporali e di carniere alla caccia alla fauna stanziale, con sospensione dell’attività di ripopolamento, ovvero della liberazione di fagiani, starne e lepri d’allevamento, perché “la mortalità dei soggetti rilasciati, già elevata in condizioni ambientali normali, nella situazione attuale potrebbe divenire talmente alta da rendere pressoché inefficace lo stesso intervento di ripopolamento”;
- Estensione del divieto di caccia nelle zone incendiate ad una consistente fascia contigua delle medesime.
"La Protezione Animali e l’opinione pubblica, largamente contraria alla caccia, attende quindi che la Regione Liguria ponga mano sollecitamente a tali limitazioni e, nel frattempo, ha lanciato a livello nazionale una mailbombing a Governo e Regioni affinché non si dimentichino di farlo, e subito".