Attualità - 14 agosto 2017, 13:38

Cairo: il WWF "promuove" il biodigestore e "boccia" i cittadini maleducati

Resta da risolvere il problema di un uso scriteriato dei sacchetti di plastica durante il conferimento

Una qualificata delegazione di WWF e Coordinamento ligure Gestione Corretta dei Rifiuti ha visitato a luglio il bio-digestore di Ferrania Ecologia Srl a Cairo Montenotte (Savona).

L'impianto, primo in Liguria, è in funzione da marzo 2016 per trattare 30.000 tonnellate/anno di frazione organica da raccolta differenziata, provenienti da cucine e mense (nel 2016 ne ha trattate 17.280) e 15.000 t/a di verde (sfalci e potature) ed ora è stato chiesto il raddoppio.

L’organico conferito, dopo setacciatura per eliminare plastiche, inerti e metalli e mescolato con acqua, è avviato al serbatoio cilindrico (digestore anaerobico), dove a 42° per 28 giorni, i batteri in assenza di ossigeno demoliscono le molecole organiche producendo biogas (metano e anidride carbonica) e digestato (prodotto solido disperso in acqua).

Il biogas è ora usato come combustibile in un generatore di energia elettrica e calore e i fumi di combustione, prima dell'immissione in atmosfera, sottoposti a trattamenti per ridurre le emissioni inquinanti.

Commentano i portavoce della delegazione: "Positivo il nostro giudizio sulla modifica in attesa di VIA di raffinare il biogas in bio-metano da immettere in rete in sostituzione di metano fossile: il recupero di materia (gas metano), che evita importazioni o estrazione con dannose perforazioni o fracking, è meglio del recupero di energia elettrica che provoca inquinamento anche se rispetta i limiti.

Bene anche la scelta di produrre compost, che abbiamo ritirato per sperimentarlo: il digestato, dopo riduzione della percentuale d’acqua in cui è disciolto, è mescolato alla frazione verde triturata, e avviato al compostaggio a 60° in presenza di aria per 25 giorni: i batteri aerobi (respirano ossigeno) lo trasformano in compost, poi trasferito in un locale chiuso per la maturazione. Infine, il compost (ottimo ammendante agricolo, 7000 t finora) è setacciato e insaccato per la commercializzazione, iniziata da alcuni mesi.

Tutte le attività, dallo scaricamento dei camion che conferiscono l'umido in poi, avvengono all'interno di un edificio, dove l'aria carica di odori, è aspirata e convogliata a 3 grandi bio-filtri esterni di corteccia d’albero, dove le sostanze odorigene sono "mangiate" da microbi che ne riducono la concentrazione. E' probabile che occorra ancora migliorare la prestazione dei bio-filtri.

Da quanto riscontrato dai colloqui coi tecnici, un grosso problema da risolvere è l'elevata presenza di scarti nel materiale in arrivo, pari al 23% in peso. Lo scarto è costituito da materiali non biodegradabili, fra cui sono presenti troppi sacchetti di plastica che causano diversi inconvenienti nella gestione dell'impianto.

Questo problema va risolto a monte. Il nostro parere, come GCR, è che la raccolta della frazione organica umida nel savonese non avviene ancora ovunque con metodi appropriati: solo con la raccolta domiciliare (Porta a Porta) si riesce a responsabilizzare i cittadini e quindi a migliorare i conferimenti. Pertanto, in tutti i Comuni occorre abbandonare rapidamente l’uso dei cassonetti stradali per migliorare drasticamente la qualità dell’organico separato e ridurre al 2% gli scarti, come in media nelle raccolte “porta a porta” in Italia.

L’uso improprio di sacchetti di polietilene (plastica non biodegradabile ancora in circolazione) è deleterio. Nella plastica l’organico non traspira, mentre nella carta o nel materbi compostabili l’acqua evapora: quindi minori disagi durante lo stoccaggio domestico e nei punti di raccolta e anche minori costi di conferimento (si paga in base al peso del carico in arrivo), e di trattamento (meno odori molesti).

Per una valutazione più documentata, GCR, ha richiesto a Ferrania altri dati non ancora pervenuti: produzione annua biogas e risultati analisi: fumi, aria dei bio-filtri, compost, materiali in arrivo. Inoltre le quantità di frazioni organiche e verdi conferite dalle varie aziende di raccolta e dai vari comuni.

Con una adeguata documentazione sarà possibile un lavoro congiunto per favorire una buona gestione nel savonese della frazione organica, finora del tutto assente".

c.s.