È di pochi giorni fa la notizia dell'ordine, da parte del Tribunale civile di Genova, di ritiro delle ordinanze emanate da Franco Bologna e Enzo Canepa, Sindaci di Carcare e Alassio relative al divieto di ingresso nei loro comuni a cittadini extracomunitari privi di certificato medico. Il ricorso era contro due ordinanze:
- l’ordinanza del Comune di Alassio vietava alle «persone prive di fissa dimora, provenienti da paesi dell’area africana, asiatica e sud americana, se non in possesso di regolare certificato sanitario attestante la negatività da malattie infettive trasmissibili, di insediarsi anche occasionalmente nel territorio comunale».
Analogamente, l’ordinanza del Comune di Carcare:
- vietava la «dimora, anche occasionale, di persone provenienti da paesi dell’area africana o asiatica presso qualsiasi struttura di accoglienza, prive di regolare certificato sanitario attestante le condizioni sanitarie e l’idoneità a soggiornare».
"Tutto questo è semplicemente paradossale" commenta Angelo Vaccarezza, presidente del gruppo Consiliare Forza Italia Regione Liguria - leggo nelle parole degli atti quella che è una mera strumentalizzazione politica. Enzo Canepa e Franco Bologna sono due persone che nella loro politica di amministrazione mai hanno adottato condotte discriminanti nei confronti di persone provenienti da altri paesi. Lo scopo dell'ordinanza che tanto ha scandalizzato i benpensanti era sì rivolta ai migranti, ma nell'interesse di tutti, chi nel territorio vive e anche ai nuovi arrivati. Secondo i giudici sarebbe stato difficile ottenere il certificato richiesto: non è infatti possibile certificare in un soggetto l’assoluta assenza di malattie infettive trasmissibili che potrebbe, ad esempio, essere in incubazione.
Spiace constatare che proprio da parte di chi dovrebbe tutelare tutti non esiste davvero misura.
Sono basito anche dal fatto che il Tribunale abbia imposto alle due Amministrazioni di pubblicare a proprie spese la decisione del Tribunale su un quotidiano a tiratura nazionale (a caratteri doppi) e la pubblicazione dell’intero provvedimento per la durata minima di tre mesi sulla home page del rispettivo sito istituzionale di ciascuna delle amministrazioni comunali.
Le Amministrazioni Comunali sono state condannate al pagamento delle spese legali. Questa si chiama gogna politica.
Viviamo in uno stato dove chi si preoccupa per il benessere e la salute dei cittadini viene accusato di usare espedienti razzisti e xenofobi, mentre siamo obbligati a sottoporre i nostri figli a decine di vaccinazioni per tutelarne la salute. E chi tutela noi dal mancato controllo sanitario, dalla superficialità di un'accoglienza brutale, indiscriminata, che ovviamente ingrassa le tasche dei soliti e non favorisce certo una corretta integrazione? Chi viene nel nostro paese non può non essere controllato, non può essere un veicolo di trasmissione di malattie. Qualcosa mi sfugge. Perché non é possibile che le tutele valgano sempre a senso unico, perché io sottopongo ad un bombardamento farmacologico mio figlio ma voglio avere la certezza che adeguati controlli vengano fatti anche a chi qui non è nato e vuole restare. Non mi pare sia una richiesta assurda né tanto meno irrealizzabile. E sicuramente, non una condotta meritevole di condanna. Sono con loro. Senza se e senza ma".