Una vasta panoramica (non esaustiva) di generi appartenenti alle culture musicali di Africa, America, Europa. Brani musicali di celebri artisti rappresentativi di una parte della storia musicale del XX° secolo e, come tali, universalmente popolari. Modalità esecutiva coerente con le finalità del programma proposto. Questi sono gli “elementi” base del concerto promosso dal Comune di Calice Ligure che venerdì 4 agosto 2017 alle ore 21:30 in piazza Massa sarà eseguito dal corpo bandistico della Società Filarmonica di Finalborgo diretto dal M° Pier Luigi Rosso con la partecipazione del Coro San Nicolò di Calice diretto dal M° Maurizio Fiaschi.
Il programma musicale
Il concerto inizia con l’ ”INNO ALLA GIOIA” dalla Nona Sinfonia di Ludwig Van Beethoven e prosegue in ordine casuale con i brani sotto elencati per aree culturali musicali, solo per fini espositivi.
AFRICA
“THE LIONS SLEEP TONIGHT” (Il leone si è addormentato): canzone scritta sulla base di una melodia africana, Wimoweh degli zulu, portata al successo negli anni quaranta da Solomon Linda (1909-1962) musicista, compositore, cantautore sudafricano e The Evening Birds e, successivamente, negli anni sessanta nella versione di Hank Medress con il suo gruppo The Tokens..
La canzone «si riferisce ad una vecchia leggenda degli zulu che riguarda il loro ultimo re, conosciuto come "Chaka il leone". La leggenda dice che Chaka non è morto quando gli Europei hanno assunto la direzione del paese; è andato semplicemente a dormire e si sveglierà un certo giorno» (Peter Seeger)
AMERICA
“SPIRITUAL”: genere di musica afro-americana antecedente al blues ed antenato del jazz. Lo spiritual era un canto spirituale che veniva dedicato a Dio per alleviare i dolori e le sofferenze della schiavitù. I brani venivano solitamente cantati dagli schiavi neri che si accompagnavano con rumori prodotti da coperchi di pentole e lattine, al fine di battere il tempo.
Nel programma, sono interpretati dal Coro San Nicolò i seguenti spiritual:
“GO TELL IT ON THE MOUNTAIN”: tradizionale brano natalizio afro-americano che annuncia la nascita di Gesù, scritto con ogni probabilità da John Wesley Work Jr. (1871 - 1925), alunno e membro della Fisk University di Nashville (Tennessee), che riadattò e arrangiò un brano afro-americano di inizio Ottocento o della seconda metà del XIX secolo dal titolo When I Was a Seeker .
“JOSHUA FIT THE BATTLE OF JERICHO”: standard afro-americano composto, presumibilmente, da schiavi nella prima metà del XIX secolo. Tema allegro e spirituale con parole che possono anche alludere all'eventuale fuga dalla schiavitù - nel caso di questa canzone: "E le mura cadevano in giù"-. La melodia e il ritmo vivace fornivano anche energia ed ispirazione.
“DOWN BY THE RIVERSIDE”: è un brano le cui radici risalgono a prima della guerra civile americana. A causa delle sue immagini pacifiche, è stato usato anche come una protesta contro la guerra , soprattutto durante la guerra del Vietnam. L'immagine centrale della canzone è quella di eliminare negatività e aggressività e “mettere l'abito spirituale sul fianco di un fiume prima di attraversarlo”. L'immagine ha diversi significati e riferimenti biblici che possono essere letti anche come un’ allusione nascosta per sfuggire alla schiavitù, con il fiume che rappresenta il fiume Ohio, all’epoca confine tra gli Stati dove la schiavitù era permessa e vietata prima della guerra civile americana
“MAMBO N° 5” di Perez Prado (1952), celebre brano reinterpretato da Lou Bega (1999). Simile alla rumba, di origine cubana, il mambo deriva da una antichissima danza folkloristica il cui ritmo è ottenuto mediante la fusione di elementi indigeni con la musica jazz.
“LIBERTANGO”: composizione di Astor Piazzolla (1921-1992) – compositore argentino- registrata a Milano nel maggio 1974 e pubblicata nello stesso anno. Il titolo simboleggia il passaggio di Piazzolla dal tango tradizionale al “Tango nuevo”.
“OBLIVION”: uno dei più conosciuti e struggenti tanghi di Astor Piazzolla colonna sonora del film “Enrico IV” di Marco Bellocchio.
EUROPA
“DANZA DI ZORBA”: Sirtaki, danza popolare di origine greca creata nel 1964 da Mikis Theodorakis per il film “Zorba il greco”, sommando due versioni, una normale e un'altra più lenta, della danza greca “hasapiko”. Il nome deriva dalla parola greca syrtos, tradizionale nome di una danza popolare con azioni di mescolamento dei partecipanti, in opposizione a pidiktos, stile di danza saltellante. Questo anche se il sirtaki contiene sia il syrtos, nelle parti più lente, che il pidiktos, negli elementi più rapidi.
“JAZZ BAND” (1978): sigla di apertura composta da Henghel Gualdi per lo sceneggiato televisivo diretto da Pupi Avati, in onda nel 1978 su TV1. Henghel Gualdi (1924-2005) musicista e clarinettista italiano, è ritenuto, da molti, il miglior clarinettista jazz italiano di tutti i tempi.
“GREATEST HITS” (1981) un medley di genere rock dei Queen, gruppo musicale rock britannico costituitosi nel 1970 e conosciuto come uno delle più importanti “band” internazionali.
“ABBA GOLD” (1992) da una compilation di genere pop degli ABBA, gruppo musicale pop svedese di grande successo nato nel 1970/73
(fonte delle informazioni: wickipedia.org)
Il “perché” di questo programma.
Non per solo intrattenimento, ma, coerentemente con la propria “mission”, per divulgare la musica ad un pubblico di esecutori amatoriali, musicofili, studiosi delle relazioni musica/società, semplici appassionati.
Da ciò la scelta di un repertorio molto conosciuto, circoscritto ad un periodo determinato (parte del ‘900) ed alle aree culturali da cui hanno tratto origine i brani musicali proposti, appartenenti al patrimonio musicale universale.
Tuttavia vi è un’altra motivazione, probabilmente più importante: la musica trasmette emozioni; l’ascoltatore prova emozioni.
Una dicotomia risolta con le modalità esecutive e la creazione di una particolare atmosfera ambientale.
Ecco l’inizio. Il silenzio è assoluto, i musicisti sono pronti, consapevoli dell’appassionato lavoro svolto; il pubblico attende, lo sguardo rivolto al maestro. Sembra che il tempo non passi mai. Poi il via. Le note dell’”Inno al gioia” irrompono, dilagano, avvolgono quasi fisicamente l’ascoltatore, le emozioni lo assalgono, crescono modulate dai movimenti musicali annotati dal compositore ed interpretati dagli esecutori. Il maestro guida, anche fisicamente con la propria mimica, questo caleidoscopio di melodie, ritmi, movimenti in cui si alternano armonicamente gli strumenti sino al momento finale con l’applauso quasi liberatorio dalla tensione emotiva provata. Per poi riprendere con un altro brano apportatore di nuove sensazioni e, a volte, nostalgie che l’ascoltatore percepisce con il proprio udito, la propria vista, la propria personalità, il proprio modo di “sentire”, la propria cultura musicale .
Le modalità esecutive tipiche della musica d’insieme (come quella bandistica) e, soprattutto, programmi musicali eterogenei come questo, offrono i mezzi per conoscere, provare emozioni, individuare il “senso” di una musica meno familiare schiudendo un caleidoscopio emozionale sempre più articolato.
Ingresso libero.