Lunedì 31 luglio alle 21.30 nella Terrazza sul mare sulla passeggiata Eugenio Montale ad Albisola Superiore, terzo appuntamento con la rassegna “In Movimento - Voci e suoni da un racconto Mediterraneo”.
La proposta teatrale del Teatro Pubblico Ligure, progetto e regia di Sergio Maifredi, ritorna a grandissima richiesta, dopo un anno di pausa, con il nuovo progetto “In Movimento - Voci e suoni da un racconto Mediterraneo”, un percorso, una sorta di linea editoriale di una collana d’artisti chiamati a dar voce alle emozioni che attraversano l’essere umano ad ogni immagine televisiva, ad ogni cronaca, ad ogni incontro per strada. Una voce poetica, che sa intuire, scoprire anfratti altrimenti non sondabili. Storie reali o comunque verosimili trasfigurate in mito, in narrazione, in racconti.
Il filo conduttore è il movimento di genti e di culture, dai tempi di Omero alle origini della cultura occidentale, passando attraverso le rotte della grande migrazione, fino al nostro tempo.
Lunedì 31 luglio sarà in scena “Odissea - Un racconto Mediterraneo” - “Il ciclope” con Mario Incudine (voce narrante) e Antonio Vasta (chitarra). Si tratta del primo “cunto” di Odisseo: è il racconto con cui inizia la "versione di Odisseo". Alla reggia di Alcinoo, Odisseo ascolta Demodoco, il cantore, narrare della guerra di Troia e dei ritorni degli eroi sopravvissuti. Odisseo piange e si rivela ad Alcinoo. Omero dal racconto in "oggettiva" passa al racconto in "soggettiva". Odisseo dipana per Alcinoo il filo delle sue avventure ed inizia con gli "effetti speciali", con il ciclope Polifemo, certo di catturare l'attenzione del re e di ottenere da lui navi per tornare ad Itaca.
Mario Incudine, artista di straordinario talento, attore, cantante, scrittore, reduce dal successo de “Le Supplici” a Siracusa di cui ha firmato la regia con Moni Ovadia e di cui è stato interprete e traduttore in lingua siciliana, affronta a suo modo questo "cunto" e lo trasforma in un vero e proprio canto con musiche scritte appositamente da Antonio Vasta, con lui sul palco.
Il Ciclope di Omero si contamina con la riscrittura di Pirandello e di Sbarbaro, entrambi "traduttori" del Ciclope di Euripide. Ed è interessante notare che Pirandello lo traduca a ridosso della prima guerra mondiale e Sbarbaro della seconda. Il Ciclope è anche questo: la forza bruta contro l'intelligenza, la violenza contro l'accoglienza. In forma di cunto siciliano prende vita il canto più noto dell’intera Odissea ambientato da Omero nell’isola Trinacria. Cantato, suonato e recitato da due tra gli artisti più acclamati del panorama nazionale ed internazionale, con le radici nel cuore del Mediterraneo: la Sicilia.