"Sulla Piattaforma Maersk il TAR respinge il ricorso di Italia Nostra. Eppure le argomentazioni portate dal ricorrente erano suffragate dai pareri autorevolissimi di esperti di spiagge e di mare, esperti locali che conoscono a fondo, per esperienza cinquantennale, i problemi della nostra costa e del delicato ecosistema di quel territorio" commenta Daniela Pongiglione di Noi per Savona.
"L'ing. Roberto Cuneo, nelle tre riunioni pubbliche dell'inchiesta sulla Maersk, aveva portato all'attenzione dei responsabili (Regione, Autorità portuale, APM terminals) criticità incontestabili, riguardo sia le procedure seguite (variante significativa in corso d'opera) sia le ricadute sull'ambiente (erosione delle spiagge a levante di Vado, cioè litorale savonese!!, nonché inquinamento diffuso). Tutto questo avrebbe dovuto portare a una riflessione, a una presa di coscienza delle ricadute pesanti e definitive sulla costa, con una revisione critica del progetto, non fosse stato altro che per un sano "principio di precauzione"".
"Davanti a un possibile impatto ambientale negativo, si deve trovare una soluzione diversa in partenza, senza dover prevedere interventi e soluzioni di ripascimento o quant'altro, come invece concede la Sentenza del TAR".
"Noi riteniamo infine che la piattaforma di Vado, a pochi chilometri dal VTE (Voltri Terminal Europa) non porterà la quantità di lavoro prevista, perché nei prossimi decenni varieranno le rotte commerciali (come stabilito dagli studi di settore) e aumenterà l'importanza dei retroporti (ad es. nella pianura padana). Teniamo conto che l'opera faraonica costerà circa 450 milioni di euro, di cui 400 milioni di soldi pubblici!! Lo Stato interviene con un'opera che danneggerà irreparabilmente l'economia balneare, ricettiva e turistica della nostra zona" conclude la Pongiglione.