Attualità - 12 maggio 2017, 11:06

Aree ex Acna, il sindaco Marenco: "Necessaria più comunicazione con i comuni a Valle più a rischio inquinamento"

Marenco: “Noi abbiamo perso 2 mila posti di lavoro negli ultimi anni e abbiamo depositati nel nostro comune 2 milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi. Credo che un riconoscimento anche economico dovrebbe arrivare al nostro comune"

Si è tenuto ieri il sopralluogo della Commissione Rifiuti nella zona Syndial, ex ACNA a Cengio. L'ispezione effettuata da Alessandro Bratti, presidente della Commissione, dalla senatrice Laura Puppato e dai parlamentari Giovanna Palma (PD), Stella Bianchi (PD), Chiara Braga (PD) e Alberto Zolezzi (M5S).

L'obiettivo principale era l'ottenimento di importanti elementi in merito al percorso di definitiva messa in sicurezza dal punto di vista ambientale del sito cengese e dell'intera valle, anche a fronte dei miasmi percepiti dalla cittadinanza e dopo l'avvenimento di alcuni eventi eccezionali come l'alluvione dello scorso novembre, che ha evidenziato la fragilità del sito. 

Dopo il sopralluogo si è tenuto l’incontro in Prefettura al quale hanno partecipato oltre al sindaco di Cengio Sergio Marenco anche le Associazioni ambientaliste, i sindaci dei Comuni interessati (oltre a Cengio, saranno presenti Saliceto, Camerana, Cortemilia e Castelletto Uzzone), i rappresentanti dell’Unione Montana Alta Langa, Regioni Piemonte e Liguria e le rappresentanze della proprietà del sito Syndial.

Afferma Marenco “L’incontro è andato bene, la commissione è venuta a Cengio e abbiamo illustrato cosa è stato fatto. Successivamente abbiamo visionato l’ex area Acna e l’Area 1, il sopralluogo si è esteso poi anche lungo la pista che segue l’esterno dello stabilimento in zona A 3”.

Dopo il sopralluogo l’incontro in Prefettura dove il sindaco ha manifestato la necessità di una maggiore comunicazione anche interregionale e soprattutto in caso di emergenza, come ad esempio durante le alluvioni con i comuni a valle che sono anche quelli più a rischio.

Afferma Marenco “In prefettura mi hanno chiesto se secondo me i comuni a valle dovevano essere informati ed ho confermato quanto detto nelle due videoconferenze fatte con il Ministero : secondo me vanno assolutamente tenuti informati in maniera puntuale. Ormai l’inquinamento atmosferico è limitato, (a parte l’episodio dei miasmi avvenuto recentemente) l’inquinamento può avvenire sempre e solo dalle acque.”

Continua “Le acque a valle dell’Acna, nel comune di Cengio scorrono per 300-500 metri e tra l’altro dove non vi sono insediamenti di alcun tipo, ma qualora si verificasse un problema sarebbe per i comuni a valle in particolare per Saliceto e poi gli altri.”

Proprio questi i motivi per i quali il sindaco chiede a gran voce che venga garantita informazione anche interregionale ed una maggiore collaborazione “Credo che ci debba essere informazione continua tra le due Regioni coinvolte in modo che tutte le informazioni vengano trasmesse velocemente e in maniera efficace.”

Continua Marenco “Oltre a questo anche le protezioni civili, in caso di alluvioni, dovrebbero subito essere informate in entrambe le regioni e specie tra i comuni che si trovano sull’asse del fiume”.

Ma quale la reale situazione adesso a Cengio? Spiega Marenco “Noi abbiamo perso 2 mila posti di lavoro negli ultimi anni e abbiamo depositati nel nostro comune 2 milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi. Credo che un riconoscimento anche economico dovrebbe arrivare  al nostro comune, una specie di risarcimento per le 2 milioni di tonnellate di rifiuti che rimarranno qui vita natural durante.”

“I danni che abbiamo subito – continua  - sono stati consistenti. Abbiamo perso persone per malattie professionali ed abbiamo subito un forte danno all’immagine.”

Conclude “Vorrei chiarire che comunque la zona è bonificata ed in sicurezza. In Italia è uno dei pochi siti che ha raggiunto un livello di sicurezza alto. Abbiamo sfiorato spese intorno ai 400 milioni di euro anche se qualcosa c’è sempre da fare essendo un’area molto vasta. Anche se ora è tutto in sicurezza, infatti lo stabilimento è racchiuso da un muro di cinta profondo in alcuni punti oltre 22 metri con un setto di isolamento impermeabile in modo che quello che c’è all’interno delle acque del percolato non vada in contatto con la parte esterna tutto deve essere comunque costantemente monitorato”.

Mara Cacace