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Politica | 28 aprile 2017, 18:37

Alassio, Invernizzi attacca "Qualcosa non va se c'è un avanzo così alto!"

“Il comune non è una panetteria, se c'è un avanzo di 13 milioni vuol dire che qualcosa non va” afferma Rocco Invernizzi del gruppo Agorà.

Alassio, Invernizzi attacca "Qualcosa non va se c'è un avanzo così alto!"

Approvato il rendiconto di bilancio 2016 ad Alassio, soddisfazione da parte dell'amministrazione (vedi articolo), ma dubbi e perplessità da parte della minoranza.

“Il comune non è una panetteria, se c'è un avanzo di 13 milioni vuol dire che qualcosa non va” afferma Rocco Invernizzi del gruppo Agorà.

Ma nel dettaglio spiega il consigliere “Qualsiasi persona di buon senso sa che è meglio che un bilancio si chiuda con un avanzo anziché con un disavanzo. Ma va fatta una considerazione ulteriore. Se l’avanzo di bilancio risulta molto elevato è legittimo avanzare dei dubbi, delle perplessità, delle congetture sull’operato dell’amministrazione in carica. Ma perché questi dubbi e queste congetture? Semplice, perché un avanzo vuol dire che non tutte le risorse disponibili sono state utilizzate per i bisogni della comunità. Un’amministrazione ha, quindi, il dovere di chiudere il proprio consuntivo di bilancio con un risultato che sia quanto più possibile vicino al pareggio di bilancio. Se questo non accade, se cioè l’amministrazione chiude un bilancio con un avanzo di gestione vuol dire che non ha agito con la giusta correttezza amministrativa, contabile ma soprattutto politica di programmazione, non ha gestito le casse comunali in maniera oculata e non ha tenuto in primo conto quell’accortezza che la gestione del danaro pubblico esige.”

Continua Ivernizzi evidenziando come le risorse comunali derivino dalle tasse pagate dai singoli cittadini che, però, spesso a richieste di servizi si sentono rispondere che mancano risorse.

“Le risorse di cui si avvale un’amministrazione sono prelevate dalla collettività (tramite imposizioni di vario genere, come ad esempio IMU/ TASI/TARI/ ADDIZIONALE IRPEF), o dallo Stato (in questo caso si parla di IRPEF); ma tutte queste entrate devono essere impegnate per soddisfare, come dicevamo, i bisogni collettivi. Se questo non avviene allora i casi sono due: o si è sbagliata la previsione di bilancio e si è chiesto troppo ai cittadini, si è chiesto cioè più di quanto era necessario, con una sottrazione ingiustificata di denaro dalle tasche dei cittadini, oppure non tutte le risorse che risultavano disponibili in bilancio sono state spese, e questo vuol dire che alcuni bisogni collettivi non sono stati soddisfatti.” afferma Invernizzi

Mara Cacace

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