Si svolgerà sabato 29 aprile, dalle 9 alle 12, nella Sala Mostre della Provincia, in via IV Novembre a Savona, la tavola rotonda dal titolo "Famiglia e Sport: educare insieme ad uno stile di vita". La manifestazione ha il patrocinio del Comune di Savona, della provincia di Savona, del CONI, della FIN e della Rari Nantes Savona. Scopo del convegno, che sarà moderato da Luca La Cava, è quello di riflettere con le famiglie sui valori educativi dello sport.
Interverranno: Luca La Cava, Dirigente Rari Nantes Savona, Ilaria Caprioglio, Sindaco di Savona (sul tema “Sport come strumento educativo e di prevenzione”), Alberto Angelini, Allenatore prima Squadra pallanuoto Rari Nantes Savona, (su “Competere in acqua e nella vita”), Maurizio Felugo, Presidente Pro Recco, con la sua testimonianza “Da campione a padre, la mia esperienza”, Rita Benzi, Neuropsichiatra Infantile e Psicoterapeuta (“Elementi evolutivi dello sport per la crescita del bambino”), Matilde Berio Berruti Dirigente Rari Nantes Savona settore Syncro (sul tema “Dirigenti e famiglia, un dialogo per costruire”), Stefania Venuti, Pedagogista e Formatrice (“Figli sportivi, genitori in evoluzione: un Progetto Rari Nantes per un percorso comune”).
Ci spiega Maurizio Maricone, presidente della Rari Nantes Savona e organizzatore dell’evento:
“Questo progetto nasce perché la Rari Nantes Savona, con un’esperienza più che trentennale, ha cresciuto generazioni di atleti, possiamo dire anche con orgoglio che li ha cresciuti bene e oggi abbiamo numeri imponenti: circa 400 atleti dai più piccoli ai più grandi.
Ora l’esigenza era quella di fare il punto su dove siamo arrivati e aprire questa nostra esperienza ad altre associazioni. L’importante è capire se ci sono rapporti in evoluzione tra i ragazzi, lo sport e le loro famiglie. Ed eventualmente individuare strade di miglioramento”.
Si dice che il boom di tecnologie spinga i giovani a una vita più sedentaria: è vero?
“Per quanto riguarda i giovani noi abbiamo numeri costanti e persino in incremento, senza flessioni. La fascia da monitorare è quella dai 16 ai 25, cioè quella che può risentire di un abbandono dello sport per le ragioni più varie, che possono essere impegni di studio ma anche legati ad altri interessi personali. Nel mondo più giovanile no, il problema non sussiste. C’è una buona frequentazione anche nelle fasce di età più alte, quando lo sport diventa un’esigenza di salute e di monitoraggio del proprio benessere fisico”.
Quanto son cambiati i giovani in tre decadi di storia di Rari Nantes Savona?
“Trent’anni fa ero un ragazzo e ricordo bene com’era il mio rapporto con la famiglia e lo sport. Oggi nella mia fascia d’età siamo circa il doppio, come numerosità, rispetto alla fascia d’età 10-14. Ciò significa che ogni famiglia aveva più figli, quindi poneva un livello di attenzione diverso, concentrata più sul mondo scolastico che in quello sportivo. Oggi noi genitori seguiamo i nostri figli con un’attenzione maggiore. Da una parte è positivo, dall’altra impone attenzione maggiore anche da parte di allenatori e dirigenza perché il contatto con le famiglie è più frequente e più intenso”.