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Attualità | 11 aprile 2017, 11:59

Grande scoperta sulle alture del Beigua: rinvenuti una quarantina di Menhir

Il ritrovamento unico nel suo genere, è stato fatto nei giorni scorsi da "Savona Sotterranea"

Foto pagina Facebook "Savona Sotterranea"

Foto pagina Facebook "Savona Sotterranea"

Una quarantina di Menhir scoperti sulla alture del Beigua. E' questo il rinvenimento fatto nei giorni scorsi da "Savona Sotterranea". 

Spiega Claudio Arena: "Qualche giorno fa, il mio amico Fabrizio Paolino, mi riferiva di aver trovato sulle alture del Beiuga tracce di un sentiero di probabile edificazione megalitica. Dato che la cosa mi interessava molto per le mie attuali ricerche, e considerando che avevo già marcato alcuni punti gps da verificare, abbiamo deciso di unirci per effettuare una perlustrazione in zona". 

"In queste immense montagne, la presenza dell'uomo è attestata già dal paleolitico inferiore, dove però con il periodo neolitico si ebbe forse il massimo sviluppo culturale preistorico. Durante il nostro percorso a piedi, che tra andata e ritorno è durato ben cinque ore, abbiamo individuato al di fuori dai comuni sentieri alcuni indizi interessanti".  

Prosegue: "Subito un masso, con due coppelle, immediatamente dopo, un Menhir di un metro e venti, disteso sul terreno. Considerando che questi indizi erano di sicuro interesse, abbiamo deciso di proseguire ampliando con attenzione la zona di ricerca. Dopo circa un ora, abbiamo individuato, un particolarissimo muro a secco che si inerpicava verso la cima vicino, effettuando una sorta di serpentina. Il Muro in questione, fatto da accumuli di roccia, si presenta di larghezza 80, 89 cm per un altezza di 40. Era evidente che l'accatastamento di tale pietre non potesse essere natura accidentale, ma bensì opera dell'uomo". 

"Come detto la particolarità sta nel fatto che il muro sale zigzagando verso la cima. Pertanto, seguiamo il muro, e già da distanza, notiamo con stupore, alcune pietre a punta affiorare dal terreno. Le prime due e poi tre pietre, viste da vicino, ci portavano subito alla conclusione che non fossero in quella posizione per motivi naturali; difatti, si notava uno scavo al di sotto delle stesse, al fine di poterle conficcare e tener dritte". 

Spiega: "Queste prime tre pietre hanno un altezza di circa 70 cm larghezza 40. Dopo averle geo-localizzate con gps, continuiamo il percorso verso l'altura, dove si notava subito la presenza dell' opera umana sul posto. Diversi accumuli di pietra sparsi ci hanno invitati a proseguire e esplorare la zona. Guardando dal basso verso l'alto, con l'azzurro del cielo come sfondo, iniziavamo a notare sagome di pietra a punta. Prima una poi un'altra e così via ad aumentare". 

"Tutte le pietre messe con un preciso scopo. Alcune infilzate nel terreno e molte sorrette da un basamento con accumulo di altre pietre. Si denota immediatamente l'intenzionalità, volontà e la partecipazione di diverse persone, poiché molte di queste pietre hanno un peso considerevole. Durante l'individuazione di queste pietra a punta, che possiamo chiamare legittimamente Menhir, abbiamo notato e individuato che il precedente muro a secco che si inerpicava, era seguito parallelamente da almeno atri due muri, sulla fiancata del monte e tutti proseguivano verso la cima. Per intenderci, come fossero raggi del sole verso la cima". 

"Con emozione, entusiasmo e curiosità, abbiamo proseguito altri 300 metri, per arrivare al punto più alto. Qui con altro stupore, per non dire pelle d'oca dal'emozione, abbiamo individuato un piccolo pianoro, circondato da un muro a secco ricurvo e in tutte le rocce circostanti, infissi una quarantina di Menhir. Tanto che si potrebbe ipotizzare una sorta di cromlech, anche se i menhir non sembrano avere un ordine preciso, ma più un ordine casuale, ma sicuramente rituale". 

"I menhir, trovati, sono di misure variabili, da un altezza di 30 cm fino ad arrivare al 1,20 mt. Alcuni conficcati nel terreno, altri sorretti da pietre e alcuni volutamente conficcati nella roccia. Lo spettacolo di questa scoperta unica nel suo genere è qualcosa di veramente emozionante". 

"In oltre, sul posto, sparsi, ma anche messi forse non casualità, Abbiamo rinvenuto, alcuni sassolini levigati di mare. Usanza rituale celtica e neolitica che avvalora l'importanza del ritrovamento. Parlo di scoperta, poiché avendo consultato per anni libri di indagini sulla zona, questo insediamento non risulta essere stato mai divulgato prima. Da un analisi personale, ed emozionale, ritengo con molta probabilità, che questo insediamento, possa rientrare per specifiche e zona, nel periodo Celtico Ligure e sicuramente lo scopo era sacro" conclude Claudio Arena. 

Redazione

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