Il decennale del premio Fionda di legno si è chiuso, ancora una volta, con uno straordinario successo di pubblico e di consensi.
Proprio per questo, i fieui di caruggi,ritengono giusta e doverosa, in vista del futuro della manifestazione, una riflessione: "A partire dall’edizione del 2009 la cerimonia-spettacolo di consegna della Fionda per mano di Antonio Ricci si è tenuta al teatro Ambra di Albenga, facendo registrare sempre il tutto esaurito e lasciando fuori, per motivi di sicurezza, tante altre persone che avrebbero voluto assistere all’evento. Più volte è stato detto e scritto “Ci vorrebbero in questi casi due o tre Ambra”. A noi fieui ne basta uno, il “nostro” Ambra, il teatro della nostra Comunità, l’unica struttura del territorio in grado di ospitare manifestazioni di questo livello qualitativo e quantitativo."
Continuano "Per questo ringraziamo di cuore la Teatro Ingaunia e in particolare Mario Mesiano che prima ha scongiurato la chiusura del Teatro Ambra e successivamente ne ha assicurato con costanti sforzi e sacrifici la sopravvivenza a vantaggio della Città di Albenga e di numerose Associazioni. Come ha detto Brunello Cucinelli – proprio in occasione di Fionda 2017 – nessun teatro privato oggi può sopravvivere senza i doverosi aiuti e finanziamenti pubblici, in particolare se svolge un’opera non tanto di profitto quanto di valore sociale e culturale."
"Eppure periodicamente nuvole cupe si addensano sul teatro Ambra minacciandone il futuro. Come fieui vorremmo che fosse chiaro a tutti che senza l’Ambra le nostre manifestazioni più importanti (Fionda di legno e Ottobre De Andrè) non troverebbero spazio in Albenga e terminerebbero o emigrerebbero lontano" affermano
Non solo gli eventi dei Fieui di Caruggi a rischio "E lo stesso succederebbe probabilmente per altri eventi importantissimi per la vita e il nome della città, come il Festival Su la testa, le apprezzate rassegne teatrali e i grandi concerti, gli incontri scolastici, la festa dei nonni."
Commentano ancora i Fieui "Albenga negli anni, per disinteresse, incapacità o altro, ha perso occasioni splendide: dalla chiusura del Cristallo al costo per il recupero dell’Astor che, alla fine dei lavori e delle spese assai elevate, darà alla cittadinanza non un teatro vero, ma una specie di grande auditorium o un locale per spettacoli di nicchia. Infatti la capienza del futuro (prossimo o remoto?) teatro Astor non arriverà ai duecento spettatori."
"In questi decenni abbiamo assistito alle cementificazione di aree vastissime del nostro territorio e mai è stata chiesta come contropartita la realizzazione di un teatro. A maggior ragione dunque adesso, e prima che sia troppo tardi, salvaguardiamo l’ Ambra e aiutiamolo affinchè possa migliorare la sua struttura. Comune, Regione, Ministero, Fondazioni Bancarie, Aziende, Associazioni e cittadini non possono permettere la scomparsa di una struttura così fondamentale per l’aggregazione, la cultura, l’arte, lo spettacolo. Come fieui di caruggi ci mettiamo a disposizione. Salviamo l’Ambra!" #noistiamoconl’Ambra