Attualità - 07 aprile 2017, 02:00

Depurazione conteggiata in bolletta, ma il servizio non esiste. Il Giudice di Pace condanna Ilce a restituire gli importi ad un utente

Il caso potrebbe dare il via a numerose vertenze di questo tipo, ma occorre ricordare che Ilce e Comune di Albenga potranno impugnare la sentenza in appello.

Bolletta dell'acqua ad Albenga si paga per la depurazione anche se non c'è. Questo fatto in diverse occasioni era emerso e fatto notare, ma la svolta pare proprio che possa essere arrivata grazie all'iniziativa di un privato cittadino, il signor Giancarlo Dellepiane che ha deciso di non pagare per un servizio che non ha mai ricevuto decurtando autonomamente la somma di depurazione dalle bollette.

A fronte di questa iniziativa, a maggio 2015, ILCE ha provveduti ad interrompere il servizio asportando il contatore dall'utenza del signor Dellepiane che, quindi, da allora ha subito l'interruzione del pubblico servizio senza arrendersi, però, ma rivolgendosi all'avvocato alassino Alberto Sambi che ha preparato e presentato un ricorso al Giudice di Pace.

Ecco arrivare la svolta che potrebbe dare il via a innumerevoli richieste risarcitorie basandosi sullo stesso principio, infatti il Giudice di Pace Alberto Tiby ha dato ragione a Dellepiane.

Con sentenza n. 48/2017 del 24.03.2017, infatti il Giudice di Pace di Savona Marco Tiby ha accolto la tesi dell'attore Dellepiane , ha stabilito che il Comune di Albenga, come fatto notorio e pacifico, non è ancora dotato di impianto di depurazione delle acque e “... Tutto questo conferma la legittimità del comportamento dell'attore che ha pagato n. 12 bollette Ilce ... previa deduzione degli importi imputati a costi di depurazione” Ilce è stata condannata pure a restituire le somme pagate sempre per canone di depurazione per il 2011, ponendo il principio che il rimborso può essere chiesto nel limite prescrizionale dei 5 anni come per legge.

Ilce, inoltre, è stata condannata al pagamento delle spese legali e al rimborso del contatore privato asportato, all'immediato ripristino del servizio pubblico interrotto.

Sebbene la vertenza ha ovvia valenza tra le parti, molti potrebbero essere i cittadini che decideranno di non pagare il canone di depurazione o di chiederne il rimborso con il solo limite dei 5 anni di prescrizione.

Trattandosi ad ogni modo del primo grado di giudizio occorre precisare che Ilce ed amministrazione comunale potranno decidere di impugnare la sentenza rappresentando come le somme chieste per la depurazione in parte servirebbero ai piccoli grigliatori presenti sul territorio ed in parte sarebbero stati accantonati per la costruzione nel nuovo impianto che dovrebbe sorgere in Viale Che Guevara o per motivazioni e precedenti diversi che potrebbero essere fatti valere in Tribunale in sede di appello.

Mara Cacace