Attualità - 01 aprile 2017, 18:03

Balneari, Confindustria si schiera: 'No al ddl sulle gare delle concessioni'.

Donnedamare: Bene, ora lo facciano anche le altre Confederazioni

Confindustria chiede ufficialmente al governo italiano di «fermare immediatamente il processo normativo di riordino delle concessioni demaniali», attualmente in discussione alla Camera, dichiarando «profonda preoccupazione» per il testo che porta le imprese balneari alle evidenze pubbliche. 

 

Con un comunicato firmato da tutte le sigle aderenti a Federturismo, la Confindustria evidenzia la disparità tra Italia, Spagna e Portogallo e chiede al governo di «garantire al nostro Paese e alle nostre imprese turistiche di poter competere a pari condizioni sul mercato internazionale con i nostri concorrenti europei».

 

“Bene Confindustria, che ringraziamo – sottolinea Bettina Bolla presidente dell’associazione culturale Donnedamare – ora aspettiamo una ferma e netta presa di posizione delle altre confederazioni”.

Un appello anche ai presidenti dei sindacati da esse dipendenti: "dovrebbero chiedere la stessa chiara e netta presa di posizione, poiché la posta in gioco è elevata e si tratta del lavoro di 30 mila famiglie italiane, che vanno difese dagli appetiti di altri Paesi, i cui Governi risultano protezionistici nei confronti delle proprie aziende, vedasi la Ley de Costas spagnola o la Lei de Aguas portoghese. La difesa delle imprese balneari italiane è un atto dovuto proprio da parte delle confederazioni cui fanno riferimento i sindacati più importanti, anche perché va ricordato, che in Francia, il Ministero del Tesoro, su forte pressione dei sindacati francesi sta ostacolando l’acquisto di STX Saint Nazaire France da parte dell’italiana Fincantieri. La libera concorrenza per Francesi, Spagnoli e Portoghesi si ferma evidentemente alle porte di casa loro.

 

Qui di seguito il testo del comunicato, firmato, oltre che da Federturismo, da tutte le associazioni aderenti le cui imprese hanno a che fare con le concessioni demaniali marittime: 

Associazione Italiana Confindustria Alberghi, Assomarinas - Associazione italiana porti turistici, Assobalneari, Assitai - Associazione imprese turistiche all'aperto d'Italia, e Ucina - Confindustria Nautica. 

 

Posizione di Federturismo Confindustria e di alcune Associazioni di categoria aderenti sulle concessioni demaniali.

 

L’industria del turismo in Italia pesa per il 10,2% del PIL, pari a 167,5 miliardi di euro e contribuisce per l’11,6% all’occupazione nazionale con più di 2.600.000 unità (fonte: stime WTTC - Travel & Tourism Economic Impact 2016 Italy). Si tratta di uno dei settori più importanti della nostra economia con un tasso di crescita annuo vicino al 3%. L’industria turistica è quindi un asset strategico per l’intera economia del Paese. L’Italia, come destinazione turistica, è tuttavia scivolata negli anni al 5° posto della classifica mondiale a causa della forte concorrenza di altri Paesi che sul turismo hanno puntato in modo deciso come leva per la crescita e l’occupazione. La sana competitività e la concorrenza vera sono infatti, almeno all’interno dell’Unione Europea, fattori determinanti per il successo di una destinazione e possono garantire, a parità di condizioni di accesso al mercato, enormi opportunità di crescita e sviluppo per territori e imprese. Federturismo Confindustria esprime pertanto profonda preoccupazione in merito al DdL delega di “Revisione e riordino del demanio (marittimo, lacuale e fluviale) ad uso turistico-ricreativo” che rischia di modificare unilateralmente in Europa le condizioni di accesso al mercato senza garantire reciprocità con altri Paesi europei, nostri diretti concorrenti, che potranno, se approvata la norma, liberamente acquisire la gestione del nostro patrimonio demaniale senza possibilità di reciprocità per i nostri imprenditori. In Spagna infatti la normativa approvata dal Governo ha prorogato, con il tacito consenso delle Istituzioni europee, le concessioni demaniali da un minimo di 30 a un massimo di 75 anni. In Portogallo nel 2007 è stato istituito il diritto di preferenza per il concessionario uscente con concessioni con durata fino a 75 anni senza nessun richiamo o procedure ad oggi da parte di Bruxelles, in Olanda le concessioni portuali si rinnovano automaticamente ogni 6 anni. Queste situazioni dimostrano come la volontà politica nazionale sia stata sufficiente a garantire e tutelare lo sviluppo e la competitività dei rispettivi comparti turistici nazionali. In Italia, al contrario, sembra da tempo essere stata intrapresa la direzione che porta all’evidenza pubblica di tutte le concessioni demaniali oggi in essere senza tenere conto della drammatica asimmetria competitiva che il nostro Paese, e la nostra industria turistica, subirebbe da parte dei nostri diretti competitor. Il tema non è quello di “tutelare posizioni di rendita”, come troppo spesso si è liquidata la faccenda, ma quello di garantire che fra le imprese italiane e quelle dei concorrenti europei vi siano condizioni di reciprocità e leale concorrenza. Per tale ragione chiediamo con forza che Governo e Parlamento fermino immediatamente il processo normativo di riordino delle concessioni demaniali per garantire al nostro Paese e alle nostre imprese turistiche di poter competere a pari condizioni sul mercato internazionale con i nostri concorrenti europei. Solo in questo modo si garantisce vera concorrenza e competitività.

cs